giovedì 7 luglio 2022

Travaglio

 

Spalle al muro
di Marco Travaglio
I mejo opinionisti del bigoncio speravano che Conte portasse a Draghi un foglietto con scritto “Suca” o “Ciaone”, come fecero i due Matteo rovesciando il Conte-1 e il Conte-2 senza mai spiegarne il motivo (anche perché non c’era). E son rimasti delusi quando ha consegnato un corposo documento politico che impedisce loro (ma non poniamo limiti alla demenza) di evocare il “nuovo Papeete” e dipingerlo come un esagitato sfasciacarrozze alla Salvini o, peggio, alla Renzi. Con Draghi, Conte ha sfiorato l’autolesionismo. Ha finto di non sapere che: questo governo è nato contro il M5S e i giallo-rosa, ma soprattutto contro di lui; il premier ha stracciato scientificamente tutte le bandiere dei suoi due governi, salvando il reddito di cittadinanza per non ritrovarsi i forconi sotto casa; e ha benedetto la scissione di Giggino ‘a Poltrona per rendere ininfluente il M5S e a obbedire a Biden&banche. La trappola per i 5Stelle era ben congegnata: se restano al governo perdono voti per la sindrome di Stoccolma e l’accusa di poltronismo; se mollano il governo perdono voti perché tutti li accusano di irresponsabilità e inaffidabilità per una crisi “in un momento come questo”.
Naturalmente era una trappola fondata su balle: senza M5S il governo manterrebbe la maggioranza e l’eventuale crisi sarebbe opera di Draghi; nulla di quanto accade “in un momento come questo” in Italia e nel mondo cambierebbe di una virgola senza questo governo o con il voto (vedi Francia); il governo ormai è pura finzione, dal voto sul Colle si limita a ratificare in due minuti decisioni prese altrove, non tiene più pre-consigli dei ministri per programmare alcunché, i titolari di ogni dicastero fanno da sé all’insaputa degli altri e Draghi – dopo la debacle quirinalizia – ha la testa altrove, senza più il (presunto) tocco magico. Ma bastava ripetere a reti ed edicole unificate che senza di lui siamo finiti e la trappola funzionava. Ora non più. Conte ha sorvolato sugli scandali della scissione dimaiana e delle telefonate Draghi-Grillo, già derubricate dalla stampa a ripicche personali o fantasie complottiste. E ha messo nero su bianco un programma che ribalta di 180 gradi l’agenda Draghi e sostanzia il M5S come una forza civica matura e dunque radicale, in grado di riaggregare molti ex elettori astenuti e delusi. Prim’ancora che al premier e al M5S, la lettera parla agl’italiani. E mette con le spalle al muro sia il destinatario sia il mittente. Draghi dovrà rispondere presto sì o no. Conte, se prevarranno i no, dovrà scrollarsi la nomea di Sor Tentenna e Re dei Penultimatum chiamando subito gli iscritti a votare l’addio al governo e/o alla maggioranza. Però a quel punto non sarà più lui a uscirne, ma Draghi a cacciarlo.

Nessun commento:

Posta un commento