mercoledì 17 novembre 2021

Il Coniglio


Quando Matteo era il coniglio e scappava dalle folle
DI DANIELA RANIERI
Il M5S guidato da Conte rivolge a Renzi 13 domande sui soldi alla fondazione Open e sulla macchinetta del fango della comunicazione renziana, e Renzi risponde sfidando Conte a un duello Tv (qualcuno deve avergli detto che ultimamente in Tv va fortissimo, che straccia gli avversari con argomenti solidi e oratoria ciceroniana, e lui deve averci creduto) per chiedergli conto del Venezuela (Conte ha ricevuto bonifici dal Venezuela sul suo c/c personale? È indagato per finanziamento illecito? Sponsorizza dittature per soldi? Chissà). Poche ore dopo, fremendo di passare l’avversario a fil di spada, siccome Conte non gli ha ancora risposto va a L’aria che tira e gli dà del “coniglio”, accusandolo di scappare per paura di lui e della sua contromossa micidiale.
Breve inciso: sul tema “Renzi coniglio” esiste una bibliografia sterminata, venne coniato anche un hashtag, #renziscappa, per rendere conto delle sue fughe, non dai politici con l’1%, ma da turbe di gente infuriata che lo contestava dovunque andasse, costringendolo a dileguarsi dalle uscite sul retro con la scorta; dovette cancellare dal web le tappe del tour in treno (affittò un treno vero per risollevarsi dopo il referendum perso, come si sa inutilmente) perché la gente lo aspettava nelle stazioni al grido di “buffone!”, bloccando la viabilità sui binari.

Altri tempi; oggi Renzi si sente addosso il fervore di un Lermontov. Infatti, mentre accusa Conte di codardia perché non espone il petto al suo fiacco piombo, briga per l’immunità senatoriale e rifiuta di farsi interrogare dai pm di Firenze, insieme ai suoi coindagati nell’inchiesta per finanziamento illecito alla fondazione Open. (Antica regola di cavalleria: non si accettano duelli lanciati da soggetti manifestatamente allo stremo). 

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