mercoledì 10 novembre 2021

L'Amaca

 

Una tassa su Trimalcione
di Michele Serra
Più sei ricco più consumi più inquini: non servivano studi approfonditi e denunce allarmate per saperlo, niente è più intuitivo dello stretto rapporto tra consumi e inquinamento. Tutto era già riassunto nel concetto (circolante da tempo) “quando asiatici e africani consumeranno come gli occidentali, il collasso ambientale sarà dietro la porta”.
Ma ora che gli studi approfonditi ci sono, diventa più difficile ignorare che una delle virtù necessarie alla sopravvivenza della specie sarà, anzi è già, la sobrietà. Sobrietà che non significa miseria, penuria, mortificazione. Significa che il “quanto basta” diventa una specie di unità di misura aggiuntiva. Di non facile quantificazione (già: quanto basta?), ma di innegabile urgenza. Per esempio, l’americano che mette mezzo bue sul barbecue dovrà in qualche modo essere condotto al quarto di bue, e poi a scalare fino alla singola bistecca, una alla settimana. Se strillerà al sopruso, dovremo strillare più forte di lui.
Per altro la storia culturale dell’umanità, fino da Roma antica (ben prima che gli uomini sospettassero un nesso tra le proprie attività e gli equilibri ambientali) abbonda di satire e di rampogne sugli eccessi dei ricchi; se Trimalcione, personaggio di fantasia ma ispirato alla realtà sociale del tardo Impero, divenne l’emblema della decadenza è perché l’orgia, l’abbuffata, la crapula hanno, della decadenza, il profumo mortifero. Molti confidano in un superamento tecnologico della crisi. Ma c’è una vecchia tecnologia – le tasse – che potrebbe rivelarsi utile a breve, per calmierare gli appetiti più insaziabili.

Nessun commento:

Posta un commento