Il complotto dei complottisti
di Michele Serra
Il complottista? È colui che complotta. E perché complotta? Complotta per dimostrare che il complotto esiste per davvero. Dunque lo costruisce pezzetto per pezzetto, attingendo ai suoi fantasmi (se è un po’ fuori di testa) oppure falsificando consapevolmente la realtà, se è un eversore o un depistatore o un destabilizzatore, tre categorie che nel nostro Paese hanno una lunghissima tradizione.
Questo viene da pensare leggendo dell’impresa della deputata (Gesù, deputata…) Sara Cunial, nota per essere una No Vax della prima ora e per poco altro di rilevante. La deputata avrebbe accompagnato in un carcere italiano due funzionari americani per “interrogare”, ovviamente senza alcun diritto e al di fuori di qualunque regola, un detenuto, ingegnere informatico, ritenuto in possesso di informazioni utili sul cosiddetto Italygate, il fantomatico piano dei “poteri forti” per derubare Trump della vittoria elettorale.
Per inseguire le frottole paranoiche di QAnon, fino a un anno fa molto ben piazzate alla Casa Bianca, c’è dunque chi si dà da fare non solo su Telegram, non solo manipolando il comprendonio altrui (e abusando del proprio). Esce dalla trama virtuale e cerca con ogni mezzo di darle forma reale, come se la realtà stessa dovesse adattarsi al videogame costruito nelle infinite ore trascorse a navigare in quel mare di dicerie, malanimo, superstizione che sarebbe, poveri noi, la “controinformazione” dei nostri giorni. Il complotto dei complottisti ha uno scopo preciso: boicottare la realtà, perché la realtà è il loro peggiore nemico. Invincibile, si spera.
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