sabato 27 marzo 2021

Standing ovation for Dibba!



Di Alessandro Di Battista

Lui è Luigi Cesaro, noto come “Giggino 'a purpetta”, senatore eletto in Forza Italia nonché ex-autista di Raffaele Cutolo, boss della Nuova Camorra Organizzata. Nel 1984 Cesaro venne arrestato per vicinanza alla camorra. Condannato in I grado venne poi assolto in appello per insufficienza di prove. In Cassazione il famigerato giudice Carnevale, detto l'ammazza-sentenze, lo scagionò definitivamente. Erano anni molto particolari. Tantissimi imputati per reati gravissimi, tra i quali associazione mafiosa, venivano “graziati” dal sistema giudiziario. Ci vollero Falcone e Borsellino per cambiare la Storia e la loro morte si spiega anche così. 

Per quanto riguarda Cesaro fu proprio Cutolo a tirarlo in ballo. Il boss di Ottaviano - intercettato in carcere - disse di lui: “questo, ora, è importantissimo. Io non ci ho mandato mai nessuno, ma è stato il mio avvocato e mi deve tanto. Faceva il mio autista, figurati”. Con un curriculum così non poteva che far parte di Forza Italia, partito fondato da un condannato per concorso esterno in mafia nonché (in I grado) per la Trattativa Stato-Mafia. Dal 9 giugno scorso Cesaro è indagato dalla Direzione Distrettuale Antimafia per intrecci tra politica e camorra. Tra l'altro, con la stessa accusa, sono stati arrestati tre suoi fratelli. 

Nel luglio scorso i magistrati hanno inviato al Senato la richiesta di utilizzo di 21 intercettazioni che lo riguardano. I parlamentari, infatti, non possono essere né arrestati e né intercettati senza l'autorizzazione della camera di appartenenza. Cesaro non è stato intercettato direttamente. Semplicemente ha parlato con persone a loro volta intercettate. Ieri, dopo mesi, la giunta per le autorizzazioni ha concesso ai magistrati l'utilizzo di sole 6 intercettazioni su 21. Le altre 15 non potranno essere utilizzate. Il "blitz" è riuscito grazie a Giuseppe Cucca, senatore renziano che ha messo gli altri senatori davanti a un bivio: o si autorizzano 6 intercettazioni su 21 o niente. 

Per amor di verità il Movimento 5 Stelle ha votato affinché si evitasse lo squallido aut-aut e ha fatto bene. Ciononostante il Movimento che ricordo io avrebbe occupato la giunta per far emergere pubblicamente lo scandalo e l'ennesimo favore corporativo concesso ad un membro del Parlamento. Ricordo quando pressavamo le istituzioni affinché si portassero in aula, celermente, le richieste di arresto di parlamentari (casi Genovese e Galan). Ma ora i tempi sono cambiati. Oggi il movimento è "diverso", "maturo", "evoluto", "moderato" e, ahimè, alleato di governo proprio con Forza Italia.

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