domenica 7 marzo 2021

Siamo Sanremo

 

Scrivo su un tema sconosciuto, ma sfaccettato al punto da coinvolgere chiunque riesca a non imbolsirsi davanti a delle scelte ipocrite, tendenti a relazionarci col presente, perché non sono solo canzonette, ci mancherebbe, a Sanremo sul palco metaforicamente ci siamo stati tutti, è nostro anche se usurpato, è nostro anche se oltraggiato da ciò che c’è, ma non si vede.
Mi domando infatti come si possa imbastire una ricorrenza qual è Sanremo, puntando alle 02:30 del mattino successivo, sei ore, diconsi sei ore di trasmissione imbottita per almeno un 15-20% di pubblicità - ma il canone allora che lo paghiamo a fare? - e questo è il primo scoglio, il Carrozzone Rai, imbottito di indolenti cariche vicedirettoriali secondo la classica tabella di ripartizione di canonico banchetto pubblico, con migliaia di dipendenti ma al contempo società satellite esterne, strapagate fornenti format tutto compreso - e allora ti chiedi semplicemente: e gli indigeni che minchia faranno per far venir sera e, soprattutto: il nostro canone va a coprire l’inezia, il pressappochismo, l’inefficienza, l’assistenzialismo di tanti straccioni con tariffario nascosti nei meandri della fabbrica di topolini col cavallo oramai ragliante? - ed arriviamo al punto: è necessario osservare le ricorrenze? Si, è comunitariamente accettato di costellare l’anno di appuntamenti comuni, e Sanremo è uno di questi. Dunque il problema è come svolgere la ricorrenza, rendendola appetibile, snella, attraente, fluida, in sostanza l’opposto di quella appena terminata, per certi versi goffa, impacciata, inceppata. Ok, ok, mancava il pubblico! Sanremo senza pubblico è come il Bomba senza il ballismo. Fiorello infatti si è imbolsito oltremodo, ricorrendo pure al sempre utile parlare e non parlare, rifugiandosi pure sui pipini degli animali, che è oggetto riservato da sempre alle taverne affumicate e pregne di alticci. Mancando il pubblico, è giusto concedergli un bonus, l’ultimo, ma tanto il prossimo anno non lo farà, lo ha dichiarato ieri sera, e questo è saggio sia per lui, che per noi. Stesa cosa per Amadeus, un classico presentatore, mai imbonitore.
Ma io Sanremo non l’ho visto! E allora che parlo a fare? Parlo perché i Giornaloni ne hanno parlato tanto, tanto, troppo, forse anche per mascherare l’entrata al governo delle immonde società multinazionali in qualità di consulenti, che se l’avesse fatto la Persona per Bene, a quest’ora Cazzari e Company starebbero finendo di montargli il patibolo, ma la sbandata draghiana è ancora in piena effervescenza, tutto gli è concesso, ci mancherebbe!
Leggendo delle gesta canore sanremesi, sono rimasto alquanto scosso nel leggere i nomi dei cosiddetti big: Gaia, Fibonacci - no quello è un altro, Fulminacci? Fulminacci? - ed altre strane creature mai viste prima, sia chiaro non mi interessa, ma stento a credere che sotto la doccia qualcuno canterà il motivetto di Fulminacci o di Brugo - Brugo? - o del milionario con ragnatela in collo facente misericordia in macchinone, e solo per questo non lo ascolterei neppure in defectio time, dicono però che agevoli ma non m’aggrada lo stesso, o dei portatori insani di martelli pneumatici, o del dolce stil equiparato.
Morfeo mi ha contrastato pure nella serata finale, non vuole proprio che m’addentri nella fattoria sanremese. So chi ha vinto dai siti, prometto che ascolterò la canzone vincitrice.
Un’altra ricorrenza quindi è oltrepassata, già s’avvertono i profumi cioccolatanti pasquali. Nel frattempo cambierà tutto l’organigramma Rai, la politica già scalpita, ad agosto conosceremo chi s’inerpicherà nuovamente nel ginepraio sanremese, per una nuova, e probabilmente stantia, ricorrenza.
Un’ultima cosa: quello strano essere vestito a volte da sposa, a volte trafitto da rose, ma keminkia vuole? Chi è? Cosa rappresenta? Non sarà che gli piacerebbe un sacco che l’accostassimo a qualche astro passato a miglior vita, tipo che so, Bowie? In questo caso, se così fosse, caro pagliaccio nulla proponente avrei già pronto il motivetto, sulle note di Grazie dei Fior: ma va a cagher, nulla col nulla intorno!

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