AstraZeneca, il silenzio di Draghi è inaccettabile
di Daniela Ranieri
Avevamo lasciato i giornali nell’inerzia dell’adorazione per l’irresistibile taciturnità di Mario Draghi. Che fascino! E che sprint, il nuovo corso! Poche chiacchiere, molti fatti, niente conferenze stampa annunciate via social, niente ritardi, niente Casalini nell’inquadratura. Da svenire il Draghi che firma un Dpcm mandando avanti i ministri Speranza e Gelmini; sublime il Draghi che annuncia un decreto legge in una conferenza stampa senza domande, coi giornalisti assetati di una parola ma tutto sommato felici anche solo di essere stati al suo cospetto.
Tuttavia, l’amore per l’algida operatività dei banchieri centrali registra una prima, piccolissima crepa nella giornata di lunedì, quando la Germania, e a domino l’Italia, la Francia e la Spagna sospendono le vaccinazioni con AstraZeneca, il Santo Graal del “cambio di passo” del Governo dei Migliori e dell’europeismo palingenetico su cui ideologicamente si fonda. Mentre legittimamente la popolazione va nel panico (perché vaccinata o vaccinanda con Az) o sprofonda nella desolazione, da Palazzo Chigi non si leva una parola. Staranno studiando le cartelle cliniche dei deceduti di morte sospetta? Staranno conferendo con le cancellerie e le presidenze d’Europa? E però Macron, che pure è un gelido enarca, annuncia di persona la sospensione con poche, inequivocabili parole: “Sulla base della raccomandazione del nostro ministro della Salute è stata presa la decisione di sospendere in via precauzionale la vaccinazione con AstraZeneca, sperando di riprenderla rapidamente se il parere dell’Ema lo consentirà”.
Ecco, magari in momenti come questi ci sarebbe voluto, a capo del governo, qualcuno di meno misteriosamente elusivo e di un po’ più empatico coi destini della Nazione; uno capace di assumersi la responsabilità di una decisione francamente inintelligibile per i cittadini, che dà adito a congetture e a paure se possibile ancora più nefaste dei freni principali alla campagna di vaccinazione: l’inosservanza degli impegni per le forniture da parte delle case farmaceutiche; le difficoltà logistiche; la peste no-vax. Che effetto avrà sulla fiducia delle persone questa ritrosia a comunicare col popolo in un momento così delicato? Si può solo immaginare cosa sarebbe successo se l’omissione fosse stata commessa da Conte: editoriali sull’esecrabile governo degli incompetenti, maratone di ore attorno al tema “mancanza di anima” dell’alleanza Pd-5Stelle, crocifissione di Arcuri, minacce di Renzi, interviste di Renzi, tweet di Renzi e dei sui cascami pappagalleschi, in Parlamento e nelle redazioni.
Sarebbe bastata una paginetta Word con poche essenziali indicazioni, per ridare un po’ di fiducia a una popolazione stremata, e anche per non dare l’idea di essere di quelli che oltre all’aplomb non perdono tempo a parlare al popolo per cui governano e che in realtà sottovalutano (ricevendo in cambio ringraziamenti folli, lodi imbarazzanti, panegirici stellari, specie da parte di chi si sente poco popolo e molto “migliore” ad honorem). Naturalmente, i fan della oligarchia neoplatonica-liberale danno la colpa al ministro Speranza, residuo del Conte II, che secondo loro avrebbe indotto Merkel, Macron, Sanchez a bloccare le vaccinazioni con l’eccesso di zelo tipico di certa di sinistra anticapitalista, e si sono messi a fare capriole semiotiche per rintracciare nel mutismo di Draghi l’ulteriore conferma della sua straordinarietà (come il Klamm del Castello di Kafka, che non parla e non compare, risiedendo in questa invisibilità il suo potere); mentre più passano le ore, più questo silenzio apparirà un modo di dire “arrangiatevi. Non devo spiegare niente”. È inaccettabile che parli solo domani, a 4 giorni dal blocco, a Bergamo, nella Giornata per la memoria delle vittime; o che a parlare siano i retroscena che lo dipingono “irritato” con l’Ema, perché delle due l’una: o il blocco è ingiustificato e dettato da ragioni non scientifiche, il che sarebbe esiziale per la credibilità dei governi dell’Unione; o ci sono buoni motivi per dubitare della non tossicità del vaccino, e non si capirebbero allora le professioni di fede di questi giorni da parte di tutte le autorità, manco il vaccino di Az fosse una divinità incontestabile. A peggiorare l’omissione, c’è che il giorno prima era andato in Tv da Fazio il generale Figliuolo, decoratissimo, in divisa alle 10 di sera, a ordinare (a chi?) di vaccinare “chi passa” per non buttare le dosi avanzate (che si suppone adesso saranno tantissime), generando un’onda di estatica ammirazione presso certi commentatori sensibili ai presentat’arm. Silenzio del presidente del Consiglio banchiere graditissimo alle élite imprenditorial-editorial-finanziarie e propaganda militar-populista del “commissario straordinario” in mimetica, che invece, a ben vedere, dovrebbe parlare poco ed essere operativo: un mix inedito per una democrazia.
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