mercoledì 24 marzo 2021

L'Amaca


 Chi ha risarcito i nostri antenati?

di Michele Serra

Nel delicato e inevitabile tira e molla sui ristori, i risarcimenti e i vari soccorsi pubblici a disposizione di chi è stato messo in difficoltà dalla pandemia, un poco dispiace sentire, quasi in ogni tigì, rappresentanti di categoria lamentarsi perché i quattrini in arrivo non coprono la perdita subita, se non in parte.

Ci si domanda chi abbia risarcito i nostri nonni, i nonni dei nostri nonni, e indietro nel tempo fino all’uomo di Cro-Magnon, dei lutti e dei rovesci indotti dalla caterva di guerre e pestilenze che affliggono l’umanità da quando esiste. Ve lo dico io: zero risarcimenti, e un sospiro di sollievo se si era ancora vivi e con un po’ di pane in dispensa.

Mi permetto di dire che tra le tutele inesistenti del passato e quelle magari insufficienti e però consistenti di adesso, c’è un lungo percorso politico, di assistenza pubblica e di solidarismo organizzato, che fa di noi, oggi, dei figli di un dio maggiore (lo Stato! Il Welfare! L’Europa!).

Pretendere che TUTTO quello che è stato perduto a causa della pandemia ora piova dal cielo, è abbastanza protervo e parimenti sciocco: la sfiga esiste, per dirla in parole povere eppure ricche di significato. Esiste per tutti, esiste da sempre, così come non esiste il diritto alla fortuna, alla ricchezza, al reddito invariato nei secoli.

Ci sarebbe da aggiungere, volendo, che alcune delle categorie più indignate per l’esiguità dei ristori sono le stesse che hanno contribuito più pigramente (diciamo così) a fare cassa comune, ovvero a pagare le tasse in proporzione agli incassi.

Avessero almeno l’eleganza di fare finta di niente, sarebbe meglio.

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