Ma la Lega come li sceglie?
di Michele Serra
Il novantanove percento dei furibondi contenziosi politici che finiscono sui giornali merita di essere risolto bevendo una camomilla e dormendoci sopra; e rapidamente dimenticato, perché la vita è breve e non si può concedere troppo tempo a cose di bassa qualità.
“Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”, il padre Dante ci indicò la postura giusta da assumere.
Delrimanente uno percento (le liti che NON possono essere sciolte nella camomilla) fa sicuramente parte l’orribile vicenda dell’assunzione a Palazzo, in qualità di assistente al viceministro della Pubblica Istruzione, il leghista Sasso, di un signore denunciato dalla ministra uscente, Azzolina, per le continue aggressioni on line, piene di insulti, minacce, volgarità sessiste. (Sessista è parola di moda, spesso spesa a sproposito, e all’ingrosso. Ma se si dovessero definire i parametri del vero odio sessista, ecco: quel signore è un caso da manuale).
Ieri il nuovo ministro, Patrizio Bianchi, come era prevedibile e inevitabile, ha provveduto ad allontanare questo signore dal ministero. Un picchiatore on line premiato dalle istituzioni non sarebbe stata scelta difendibile. Rimane incredibile, veramente incredibile, la decisione del vicesegretario Sasso di promuovere nel suo staff un tizio denunciato per stalking nei confronti della ministra uscente, e inchiodato dalle sue stesse parole. Si sono spese intere colonne di giornale per descrivere e commentare le pochezze, le improvvisazioni, il livello culturale del personale politico grillino. Di quello leghista si parla assai meno: che cosa ci fa, uno come Sasso, al ministero della Pubblica Istruzione?
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