venerdì 29 gennaio 2021

L'Amaca

 

Uno scontro fra titani

di Michele Serra

Tutta la città ne parla: Ibra e Lukaku faccia contro faccia (alla faccia del distanziamento) che suggeriscono alle rispettive madri quale attività intraprendere. Non per essere cinici, ma è stato prima di tutto uno spettacolo formidabile: due titani, il bianco e il nero, che eruttano guerra, mentre i compagni attorno, improvvisamente nani, tentano disperatamente di dividerli, ma rimangono sotto di una spanna.

Ha cominciato Ibra, che è un tipaccio, sfiorando l’insulto razzista (una vecchia, sciocca diceria su pratiche woodoo della mamma di Lukaku: che per altro è più cattolico del Papa). Lukaku, che è buono come Garrone, non ci ha visto, e a quel Franti milanista ne ha dette di tremende. Perché sia ben chiaro che non è privilegio dei bianchi, il potere di umiliare.

Fatto il sunto, credo onesto, io che sono interista fino all’osso, e per Lukaku e la sua mamma farei qualunque cosa, intercedo per Ibra: sì, è stata colpa sua, ma non accanitevi. È anche lui un figlio dell’insulto, figlio di immigrati bosniaci in Svezia, cresciuto senza padre, salvato da un’infanzia di merda (mi correggo: un’infanzia difficile) in virtù della statura e dell’estro calcistico.

Leggo che il famoso Codacons (ancora tu! Ma non dovevamo sentirci più?) chiede il licenziamento preventivo di Ibra dal Festival di Sanremo. Perché non l’impiccagione?

L’esilio? La vendita immediata a una squadra della seconda divisione cipriota? (Oddio, spero che non si offendano i ciprioti). Ma il senso della misura, dico la misura dell’umano, esiste ancora, in giro per il mondo, o siamo diventati tutti Savonarola? (Oddio, spero che non si offendano gli eredi Savonarola).

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