martedì 19 gennaio 2021

L'Amaca


I testimonial della verginità
di Michele Serra
Nell’indubbio sconcerto che il traffico di deputati e senatori suscita in noi anime semplici, non guasta ricordare che i mercanti, in quel tempio, abbondano da tempo.
Almeno da quando la dissoluzione dei partiti classici (ebbene sì, vanno rimpianti) ha fatto credere a ogni singolo eletto di dover rispondere solamente a se stesso, come se bastasse essere se stessi per rappresentare qualcosa di importante e di decente.
Gli ululati di sdegno del centrodestra ricalcano, uguali e contrari, quelli che si levarono dal centrosinistra quando il Berlusca ordinava i senatori sul catalogo Postalmarket, non essendoci ancora Amazon. Sia dunque lode a Guido Crosetto uno dei pochissimi uomini della destra italiana che quando parla dice qualcosa che in un tigì ricorda di avere fatto parte di un governo che si reggeva su Scilipoti; aggiungendo che non era affatto divertente. Quanto ai protagonisti di queste ore, per amore di verità è utile dire che il cosiddetto cambio di casacca, in questa legislatura, non sarebbe affatto una novità. Di gruppi e gruppetti mai passati per le urne, nati per logiche parlamentari e senza alcun vaglio elettorale, ce ne sono già parecchi, ben prima di questa crisi. E il più illustre è proprio Italia Viva, i cui esponenti sono stati quasi tutti eletti nel Pd. Il peso parlamentare del partito di Renzi è molto maggiore di quello, puramente virtuale, che i sondaggi gli riconoscono, e lo è perché i suoi deputati e senatori sono arrivati in Parlamento a bordo di un voluminoso partito, dal quale sono poi usciti. Vedi un po’ quanto è difficile, a questo mondo, fare i testimonial della verginità.

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