martedì 5 gennaio 2021

Recensioni

 Spaparanzato sul divano in pieno lockdown natalizio, ho voluto saggiare una tipologia di cinema da sempre reietto, il famigerato cinepanettone: ho iniziato a vedere "Natale su Marte" su Sky e la prima sensazione che ricordo è stata quella di rigetto e nausea: un incredibile coacervo di ovvietà imbolsite da un Boldi tendente al patetico, non che il poveretto sia mai stato nella sufficienza della comicità, il suo "Cipollino" genera mestizia; un De Sica avvilente ed incomprensibile, riferito alla propria già traballante carriera, a questo punto vissuta solo per monetizzare; una trama probabilmente scritta da un insonne attanagliato da bulimia notturna ed affrettato nel suo completamento da riccastri sfanculanti la decenza cinematografica supportati dalla convinzione che basti presentare un assemblaggio insano di idiozie come questo, per guadagnare alla faccia dei normodotati. Insomma uno dei più brutti frullati di immagini (non lo posso definire film, non me lo posso permettere perché altrimenti mi troverei sconquassato di notte dalle visite dei Fratelli Marx, di Stan e Babe Hardy, di Chaplin, di De Sica padre, del sommo Paolo-Ugo, inorriditi da cotanto letame) mai prodotti per il grande schermo, per fortuna attualmente salvato dallo spegnimento pandemico e sostituito dalle tv a pagamento. Da evitare, protestando altresì contro questa scellerata idea di far cinema di serie Z!

Altro fiasco, questa volta un colossal americano: Greenland con Gerard Butter e la moglie di Brody in Homeland, Morena Baccarin. La solita solfa per l'ennesimo cataclisma, questa volta una cometa. Un insulso rifacimento con connotati identici ad altri disaster movie: Butter che torna a casa dal lavoro, ma le cose non vanno tra lei e sua moglie, il bimbo malato, l'arrivo della cometa, la fuga simile a Curtis-Cusack in "2012", il rifugio per pochi in Groenlandia, la lotta per arrivarci tra meteoriti che cadono a iosa, risparmiando l'auto di Butter, e il finale più scontato di un pensiero ad minchiam del Cazzaro Verde, tanto per intenderci. Questo cinema catastrofico parrebbe essere arrivato al capolinea senza alcun tentativo di creare prodotti leggermente apprezzabili. Greenland da quando inizia sai già dove ti porterà, tra uno sbadiglio e l'altro: alla consacrazione del melenso ultra scontato! 

       

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