giovedì 13 novembre 2025

Giornali sani che riconoscono!

 

A proposito di Borsellino
DI MARCO TRAVAGLIO
Quando sbagliamo, diversamente dai bufalari che raccontano volutamente una ventina di balle al giorno, ci scusiamo con i lettori. E lo facciamo oggi per aver preso per buone due citazioni sbagliate di Falcone e Borsellino, riprese da pubblicazioni scritte e online. La frase di Falcone pro carriere separate purché il pm non passi sotto l’esecutivo rispecchia il suo pensiero ripetuto varie volte, ma non è tratta da un’intervista del ’92 a Repubblica. Anche quella di Borsellino fotografa il suo pensiero fermamente contrario alla separazione delle carriere, ma non è tratta da un’intervista del ’90 a Samarcanda. Fine delle scuse e una domanda: ma questi magliari di destra che infestano giornali e web con la deduzione “Borsellino quel giorno non parlò da Santoro, dunque era per le carriere separate” chi credono di fregare? La loro fortuna è che allora non c’erano gli smartphone. Sennò verrebbero inondati di filmati di Borsellino contro le carriere separate. Grazie al cielo alcuni suoi interventi sono stati pubblicati da libri e riviste.
L’11.12.1987, parlando a Marsala su “Il ruolo del pm con il nuovo codice”, Borsellino definì la figura del pm “la più gravosa ma insieme la più esaltante nel nuovo processo… perché principalmente a essa è affidato il concreto attuarsi di quei principi di civiltà giuridica che col sistema accusatorio si vogliono introdurre. E le ricorrenti tentazioni del potere politico, quali ne siano le motivazioni, di mortificare obiettivamente i magistrati del Pm, prefigurandone il distacco dall’ordine giudiziario, anche attraverso il primo passo della definitiva separazione delle carriere, non incoraggiano certo i ‘giudici’ – ché tali tutti sentono di essere – a indirizzare verso gli uffici di Procura le loro aspirazioni”. Quindi tutti, requirenti e giudicanti, si sentono “giudici” e devono restare un unico ordine giudiziario. Il 16.3.1987, in un convegno a Mazara del Vallo, Borsellino contestò chi voleva, come fa ora Nordio, sottrarre i giudizi disciplinari al Csm: “La repressione disciplinare degli organi di autogoverno (Csm) è molto più incisiva ed efficace di quanto si creda e si sostenga da chi spesso mira all’altro non confessato scopo di attentare all’autonomia e indipendenza della magistratura, asserendo l’inidoneità e insufficienza di tale specie di sanzione”. Anche per questo Msi, An e FdI si opposero sempre a separare le carriere. Il 25.2.2004 un giudice della corrente MI (come Borsellino) ricordò in tv ad Augias: “Borsellino divenne procuratore a Marsala dopo essere stato giudice istruttore e giudice civile. Probabilmente in alcune indagini di mafia queste competenze gli sono servite”. Sapete chi era? Alfredo Mantovano, oggi sottosegretario a Palazzo Chigi. Vostro onore, non ho altre domande.

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