venerdì 23 maggio 2025

Fuori tempo massimo

 

Quei folgorati sulla via di Gaza a tempo scaduto
DI DANIELA RANIERI
Che bello, in questi giorni, assistere al risveglio delle coscienze del nostro libero Occidente! Politici europei, editorialisti e tutti coloro per i quali il governo israeliano stava legittimamente esercitando il proprio “diritto all’autodifesa” uccidendo e affamando scientemente la popolazione palestinese per rispondere all’attacco terrorista di Hamas del 7 ottobre 2023, una mattina si sono svegliati e hanno capito all’unisono che Netanyahu sta un po’ esagerando: a quota 53 mila morti innocenti (ma 70 mila secondo Lancet), con tutta la Striscia di Gaza recintata come una gabbia per animali, gli aiuti umanitari bloccati da due mesi, i bambini denutriti o crivellati di colpi sparati dai cecchini dell’Idf, davanti al nuovo piano con cui il premier israeliano ha annunciato la soluzione finale, accompagnata dalla ributtante ammissione che perseguirlo potrebbe metterlo in cattiva luce presso le cancellerie europee (ma quando mai), si sono ridestati dal loro complice letargo e hanno concordato che bisognava emettere un mormorio di disagio: Bibi, stai esagerando.
Come se rispondessero a un comando, i politici europei si sono messi a lacrimare sui loro social, quando fino a ieri parlavano di scemenze pur di non affrontare l’orrore indicibile; i quotidiani filo-sionisti, che bacchettavano le mani a chi protestava per il genocidio in corso (antisemita!), hanno cominciato a ospitare elzeviri perplessi sul metodo finora impeccabile con cui il governo di pazzi messianici ha condotto le operazioni a Gaza e in Cisgiordania; l’Europa, per bocca della sbarazzina Kallas (quella che posa su X imbracciando mitragliatrici e missiletti Javelin della Nato) ha detto di voler rivedere l’art. 2 che ci incapretta all’assassino criminale, garbatamente invitato a sbloccare gli aiuti umanitari. Non avranno mica saputo dalle varie intelligence che Bibi è vicino a qualche tipo di capitolazione? In teoria, penderebbe su di lui un mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale; a ogni buon conto il nostro asserito ministro Tajani gli ha fatto recapitare il messaggio di stare tranquillissimo nel caso volesse venire a svernare in Italia. Non a caso 17 Paesi hanno concordato con Kallas, ma non il nostro (insieme ad altri 10 tra cui la Germania, dove esiste il rimorso per l’Olocausto, ma anche un partito neonazista al 20%): per Meloni, Bibi può ancora serenamente far fuori qualche altro migliaio di bambini, donne e anziani; l’impunità di Israele e la disumanizzazione dei palestinesi sono capisaldi che la accomunano all’establishment liberale almeno quanto la fede atlantista-dem (della resipiscenza del Corriere, più che altro preoccupato del “senso di colpa” che pesa sull’esercito israeliano, abbiamo scritto l’8 maggio). Evidentemente Giorgia ancora non sente il peso dell’opinione pubblica, che se ha accettato Nordio, Santanchè e Lollobrigida come ministri può ben accettare che il governo appoggi un’ecatombe. Tajani fa sapere via X di ritenere “inaccettabile” che l’Idf spari contro i diplomatici, come avvenuto l’altroieri a Jenin; sui bambini giustiziati con un colpo singolo alla testa o al cuore, come documentato da associazioni umanitarie e da chirurghi che hanno prestato servizio negli ospedali di Gaza per conto dell’Oms, invece, nessuna obiezione. Persino gente della cosiddetta Sinistra per Israele (come Fassino, del Pd, che è rimasto seduto insieme alla destra quando alla Camera Conte ha invitato gli onorevoli signori, si fa per dire, ad alzarsi in omaggio ai morti di Gaza), si sta riposizionando, cavandosi di bocca una mezza parola di condanna: se la fine di Netanyahu è vicina, sanno che più proseguono la loro connivenza col genocida, più sarà difficile tornare indietro e dissociarsi dal suo infame progetto. Significativamente, ieri il Parlamento Ue ha votato la proposta della Commissione di imporre dazi del 6,5% su fertilizzanti e altri prodotti agricoli provenienti da Russia e Bielorussia, visto che finora la strategia delle sanzioni ha funzionato così bene (facendo fare un balzo al Pil russo: dettagli). A Israele invece non si torce un capello: l’Europa è sempre succuba del complesso militare-industriale israelo-americano, e se pigola qualche distinguo è solo perché ora Trump sembra volersi liberare di Bibi per una questione di interessi pecuniari. Potrebbe anche darsi che Trump, che è amorale, voglia fare di Gaza una nuova Dubai vacanziera, edificando resort sui cadaveri dei bambini come nel video satirico che a lui è piaciuto tanto da rilanciarlo; i Buoni, che sono immorali, sopra Gaza, che hanno contribuito a radere al suolo assicurando a Israele armi e appoggio morale, edificano la loro falsa coscienza e danno le spalle ai morti allontanandosi dal luogo del delitto come se non c’entrassero niente e pretendendo pure di fare la figura di quelli teneri di cuore.

Nessun commento:

Posta un commento