domenica 29 ottobre 2023

Nella spelonca

 


Mentre ci sollazziamo con le giambrunate, le garrule gasparriane sull’aumento di pubblicità alla tv di stato ai danni della perla del partito azienda voluto dal trapassato, sta avvenendo uno scempio indicibile sotto gli occhi foderati di prosciutto di tutti noi. 

Stanno scientemente ammazzando la sanità pubblica per sollazzare quella privata. 

E probabilmente si saranno riuniti nottetempo, da carbonari, per attuare una sconcertante politica atta a depotenziare quello che è stato per molti anni un gioiello di famiglia comune. Come han fatto? Semplice. Rendere la vita dei medici ospedalieri terribilmente stressante, riducendo gli arrivi dei nuovi medici, pagando poco e niente tutto il sistema e nel contempo proporre incarichi a pagamento molto più remunerati nelle cosiddette società che si occupano, apparentemente, di alleviare le problematiche attuali, in realtà invece una logorante azione infingarda per dirottare sempre più fondi nelle tasche degli Ucci - Ucci, all'Angelucci per intenderci. 

Borotalcamente, quasi insonorizzato, sofficemente il privato sta entrando sempre più nel sistema sanitario nazionale. In Liguria Yoghi Toti ha già deciso di coinvolgere le tasche di ricconi per la costruzione del nuovo ospedale della Spezia, e questo maleficio si ripercuoterà negli anni a venire attraverso pagamenti di rate da circa nove milioni, sottratti alle necessità gestionali comuni; pagheranno i soliti noti, gli ultimi, gli indifesi, coloro che dall'attenzione quotidiana medica e paramedica ottengono la spinta per andare avanti. 

Vi fosse un'opposizione seria ed efficace, non collusa, tutto questo verrebbe combattuto e forse arrestato. Così non è. Molti si stanno sbattendo per la nobile causa, ma sono pochi, maledettamente pochi. 

Occorrerebbe un'insurrezione pacifica di massa in difesa di un diritto costituzionale basilare. 

Ma le giambruniadi, le goliardate nere, le fetecchie da noi remunerate, stanno distogliendo l'interesse comune. Un pò come incazzarsi col ladro colto in flagrante perché ha le scarpe infangate e sta sporcando il tappeto pregiato.

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