L’affondamento del Salvini
DI MICHELE SERRA
Si attende un chiarimento tra il Salvini e il Giorgetti, che secondo autorevoli indiscrezioni farebbero parte dello stesso partito. Il secondo ha tirato una riga, con il pennarello, sopra i chilometri di parole spese dal primo, lungo gli anni, contro la legge Fornero. Il Salvini, al culmine dell’ira, ebbe anche modo di organizzare nel 2016 un tristo bivacco sotto la casa torinese della ministra, con quei modi da Griso che gli si confanno. Ma lei, che non è don Abbondio, non si lasciò intimidire e ancora oggi, dimostrando fiducia a oltranza nelle buone maniere, pretende le scuse del suo stalker politico.
Non le otterrà mai. Ma oramai è acqua passata. Ora il problema, a ben vedere, è tutto interno al governo, anzi interno alla Lega. Meloni non ha fatto che controfirmare la durezza neo-forneriana dei provvedimenti del Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, rimangiandosi in buona parte anche le grida elettorali sue e del suo partito. Ma il vero colpito e affondato della situazione è il vicepremier, il Salvini, che sull’affondamento della Fornero (la legge, si spera non la persona) aveva speso quasi più energie che sulla battaglia navale contro i barconi.
Come facciano, il Salvini e il Giorgetti, a convivere sotto le stesse bandiere, è uno dei misteri del nuovo millennio. In tempi remoti, per mettere le carte in tavola e litigare con trasparenza (anche di fronte agli elettori) c’erano i congressi di partito. Non usa più. La resa dei conti tra il Giorgetti e il Salvini rimarrà invisibile al pubblico, ed è un vero peccato. Ci divertirebbe molto assistere al match, perfino su una piattaforma a pagamento.
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