Salvini ha un’unica dote: non sa nulla di quello di cui parla
di Andrea Scanzi
La politica italiana è quasi sempre orrenda e avvilente, ma se non altro riesce ogni giorno a oltrepassare i confini del ridicolo e dell’assurdo. Vedere Matteo Salvini che accusa Amnesty International di “razzismo”, prendendo a pretesto la scelta di Amnesty di non partecipare a Lucca Comics per via del patrocinio dell’ambasciata di Israele, è qualcosa che va contro ogni umana immaginazione. Siamo ben oltre il “mondo al contrario” del fine linguista Vannacci. Salvini che accusa Amnesty International di razzismo è come Sgarbi che accusa Gandhi di essere scurrile. Come Rocco Siffredi che accusa la Roccella di essere disinibita. Come La Russa che accusa Guccini di essere troppo di destra. Siamo davvero un Paese meraviglioso (e ampiamente irrecuperabile).
Salvini ha una grande dote: non sa mai nulla di quello di cui parla. Interviene per sentito dire, ha una naturale propensione alla gaffe (chiamiamole così) e ogni sua dichiarazione è un distillato di qualunquismo, ignoranza e xenofobia latente. Sul Medio Oriente, a modo suo, ha le idee molto chiare: loro sono il Male e noi il Bene. L’Islam è – tout court – ricettacolo di terroristi, mentre lui (e i suoi tre o quattro adepti rimasti) incarna invece le sacre scritture della Bibbia, a cui come noto si rifà con comportamenti intrisi di empatia e umanità. Se Meloni ha spesso avuto in passato – come tutta la destra sociale – posizioni pro-Palestina, e adesso infatti tradisce imbarazzo nel fingersi da sempre vicina al popolo ebraico (come ha avuto il coraggio di dire l’orgoglioso camerata Ignazio), Salvini non sa nulla della secolare guerra tra Israele e Palestina e (dunque) in merito vanta solo certezze. Non nutrire dubbi, del resto, è “fortuna” e requisito antico di chi non legge e non studia, ma si limita a sproloquiare, tifare e sentenziare.
Salvini, a cui nessuno aveva peraltro chiesto un parere perché ormai il suo punto di vista interessa giusto Porro, si è buttato sul caso Zerocalcare-Lucca Comics con consueta grettezza dialettica. Ha scomunicato (a caso) il primo e celebrato (giustamente) la seconda, splendida manifestazione a cui non mancherà di partecipare. E qui a Salvini andrà di lusso, perché a Lucca non incontrerà i veri Tex Willer e Kit Carson ma solo quelli immaginari, altrimenti i due ranger lo avrebbero senz’altro “spedito a suonare l’arpa sopra una nuvola”, inesorabile destino che tocca a tutti i giuggioloni da loro incontrati.
Nella vicenda si è poi inserita Amnesty International, che per bocca del portavoce Riccardo Noury ha motivato una posizione analoga a quella di Zerocalcare, autore che da sempre si batte meritoriamente per la causa palestinese. Amnesty e Zerocalcare sono stati attaccati dal vicedirettore del Foglio (che non sapevo neanche esistesse), Andrea Marcucci (che non sapevo ancora esistesse) e Salvini. Mancano solo Pigi Battista, Sechi, Donzelli, Magliaro, la Gegia, lo Scrondo del Missouri e siamo a posto. In questo caravanserraglio di geni contemporanei, Salvini non ha mancato di svettare, accusando appunto di “razzismo” Amnesty International. E in effetti, lui, di razzismo (almeno quello) un po’ se ne intende. Le sue posizioni su rom, arabi e (più in generale) “extracomunitari” sono note. Ancora risuonano alcune sue parole sature di tolleranza come queste: “Con gli immigrati che arrivano in Italia è in corso una sostituzione etnica vera e propria. Bisogna scaricarli sulle spiagge, con una bella pacca sulla spalla, un sacchetto di noccioline e un gelato”. Quanta saggezza, quanta lucidità. Da qui a breve, come minimo, Salvini accuserà il Papa di bellicismo efferato, Scorsese di regia debole e Gasparri di intelligenza straripante. Che statista di primaria grandezza!
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