mercoledì 15 marzo 2023

Daniela

 

Meloni è di nuovo amata dai giornaloni bellicisti
DI DANIELA RANIERI
Poiché il governo teme di stare perdendo il sostegno sia dei cattolici, che non amano vedere adulti e bambini affogare in mare, sia dell’elettorato più feroce, che aveva creduto alla panzana dei porti chiusi (mentre gli sbarchi sono triplicati rispetto all’anno scorso), la comunicazione al potere gioca di fino, creando un cortocircuito mediatico interessante.
In sostanza, per bocca del ministro delle Armi Crosetto, Meloni “triangola” i due temi caldi della sua missione – il contrasto ai migranti (che infiamma il suo elettorato) e il contrasto a Putin con l’invio di armi all’Ucraina (che scalda l’establishment, mentre allontana i suoi elettori) – con un vertice di pura suspense: la teoria del complotto per cui la Russia, per mano della temibile divisione mercenaria Wagner, presente in Libia, spingerebbe i migranti a partire in massa dall’Africa al fine di punire l’Italia e l’Ue per l’appoggio a Zelensky.
Al di là del merito (i Servizi avranno le loro evidenze, anche se tutti gli osservatori negano un rapporto tra la Wagner e l’aumento degli sbarchi), il metodo è suggestivo: sugli stessi giornali su cui una settimana fa era viva l’indignazione per il ministro Piantedosi, che aveva dato la colpa ai migranti per essere morti davanti alle nostre coste invece di restare a lottare “per il riscatto” di floridi e democratici Paesi come Iran, Afghanistan, Somalia, Siria, ieri suonava tutt’altra musica. Quale? La musica che la guerra è bella anche se fa male, e forse è il caso di rivalutare il governo di destra che respinge i migranti, se ciò vuol dire anche respingere le mire imperial-criminali di Putin. Perché ciò sia accettabile, bisogna ricreare il clima da psicologia della guerra che il pathos del naufragio aveva interrotto.
Su Repubblica Folli denuncia “l’insidia ucraina di Conte a Schlein”: in sostanza ha scoperto che quando quel delinquente di Conte, rispondendo al nostro giornale (spregiativamente “il quotidiano di riferimento”), aveva detto che vuole capire se Schlein “cercherà un’alternativa all’infinito invio di armi all’Ucraina che ci sta portando al burrone del conflitto nucleare”, in realtà voleva cinicamente incastrarla. Per Folli la posizione di Conte è di “gelida spregiudicatezza” e mira a “separare” Schlein dal “popolo dei gazebo”, “un mondo contiguo all’elettorato dei 5S, anzi in molti casi sovrapponibile” (fonte: il sesto senso degli editorialisti italiani). Il ragionamento è capzioso: visto che tra coloro che alle primarie hanno votato Schlein si annidano senz’altro persone contrarie all’escalation bellica (bella scoperta, lo è la maggioranza degli italiani), Conte le tende una “trappola” per rubarle quegli elettori (per Folli sbrigativamente “l’opinione pubblica filo-russa”); talché per non essere gelidamente spregiudicato, nei minuti successivi all’elezione di Schlein Conte avrebbe dovuto rimangiarsi la sua posizione sulla guerra, spingere per l’escalation, provocare Putin sull’atomica e così agevolare la segretaria nel compito di non separarsi dal popolo dei gazebo (en passant, Schlein è sempre stata favorevole all’invio di armi, ma i giornali i cui editori commerciano in armi ritengono i suoi cenni alla politica estera “avari e frettolosi”).
Il complotto della Wagner che spinge i migranti nell’ambito di una “guerra ibrida” (Crosetto) lubrifica l’operazione: l’establishment fa muro insieme al governo, prendendo per oro colato le parole di Crosetto (una “traccia” “interessante” da “registrare”, Corriere). Quando ci sono di mezzo i russi, che siano hacker o mercenari (quelli che combattono per l’Ucraina invece si chiamano “volontari” o “contractors”, se non proprio “partigiani” come gli Azov), i giornali gongolano, perché la “bomba migratoria per destabilizzare l’Ue” (Corriere) giustifica lo sforzo bellico che la nostra Patria sta eroicamente affrontando (anche se la Costituzione lo vieta, visto che la Patria che stiamo difendendo non è la nostra).
A Meloni è bastato tornare a mostrarsi atlantista per riaccreditarsi sui giornali come leader autorevole che lancia un “allarme invasione” e viene presa sul serio quando dice: “Fanno partire tutti perché ho deciso di colpire i trafficanti”, la qual cosa è un’impostura, visto che gli sbarchi erano aumentati già prima del decreto flussi siglato a Cutro nella “esterna” del reality show governativo, col ministro per così dire dei Trasporti Salvini che chattava compulsivamente. Oggi parla di voler sottrarre i migranti alla criminalità ma anche ai “riti voodoo fatti sulla testa dei propri figli”, un indizio utile a capire che in fondo è sempre la stessa che postava su Twitter il video di uno stupro a opera di un richiedente asilo africano e che diceva “Se sei nomade devi nomadare” e “È finita la pacchia” (“pacchiare”, “mangiare con ingordigia”, ciò che secondo lei fanno i migranti, ora spalleggiati da Putin che ci dichiara guerra, ancorché “ibrida”).

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