giovedì 19 aprile 2018

Stomachevole


Invece di confonderci sui voli pindarici della Casellati, al tempo sostenitrice della parentela tra Ruby e Mubarak, occorrerebbe destarci dall'oblio, mediaticamente provocato ad hoc, vedasi il nuovo Grande Fratello, per soffermarci su quanto avvenuto a Rapallo, dove una tredicenne, alias frequentatrice di scuole medie, ha inviato foto osé  al suo fidanzatino anch'egli tredicenne, il quale le pretendeva quale pegno d'amore, per poi postarle ad amichetti che li hanno trasformate in virali, alla mercé del web.
Non mi ritengo un criticone, né un moraleggiante irto di ovvietà; rimango però basito dinnanzi a questo mercificare di beltà, di primi vagiti d'amore, d'invaghimenti fanciulleschi infangati dalla filosofia di una società, che siamo tutti noi, stravolta nel bene più prezioso, abiura di concetti fondamentali il vivere insieme. 
Se siamo, perché dentro a questo mercanteggiare, sminuzzare, triturare valori ci siamo dentro tutti, ma proprio tutti, arrivati fin qui ciò significa che il fondo del barile non esiste, la caduta morale non s'arresterà, gli infingardi spadroneggeranno sempre più, il confine tra bellezza e vomitevole a breve scomparirà a scapito della prima, la sinergia famiglia-scuola è già da tempo ricordo sbiadito, l'educazione un'acclarata perdita di tempo, il sociale un palliativo da sparare in vena ogniqualvolta si dubiti sulla stabilità mentale di chicchessia, il gracchiare di squali indomiti travestiti da opinionisti, da sguatteri senza dignità vegetanti in programmi televisivi deleteri, viene trasformato in dolce nota musicale orecchiabile à la page, le sacerdotesse del nulla scatenanti diatribe "figa-tronista-battibecco-amante" protendono a divenire miti accalappianti coscienze da sempre in transumanza, il mutismo assassinante dialoghi pregni di sogni per una calata solitaria nel dorato regno Smarthphone, appagante l'ego oramai sminuito allo stato larvale, assiso sul trono dell'Essenza, matrice e cuore trascinante una società, che siamo noi, tutti noi, verso il baratro dell'Ineluttabile, anticamera della fatiscenza finale da cui probabilmente non ci risolleveremo più, mai più.

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