martedì 3 aprile 2018

Se lo avessi dalla parte del manico...


Vacanze pasquali, ponti, ferie, code, assalti alle zone turistiche; se avessi il coltello dalla parte del manico perderei, probabilmente quella sensazione di democrazia da sempre mia coinquilina. 

Chiedo: è possibile andare alla Cinque Terre per vedere uno spettacolo simile alla foto? 



Ora sia chiaro, va bene tutto. Mi dite però che senso ha andare a Vernazza, a Monterosso, a Riomaggiore e finire ridotti così? Numero chiuso? Forse. Quello che è più importante però è la prevenzione. Una sana opera preventiva. Vuoi venire in Liguria? Bene, sappi che oltre al numero chiuso c'è pure il pericolo che ti becchi una multa salata per acclarata dabbenaggine. Al diavolo tutti i discorsi sulle vacanze, sul partire per forza durante i ponti. Occorre una formazione, un rimescolamento neuronico atto a riflettere sui disastri causati dal menefreghismo, dall'avidità e dall'ignoranza; come non si può ballare la lap dance in biblioteca così non si può andare in luoghi simili in un numero tanto esorbitante da attentare alla loro bellezza, fatta di spazi da assaporare in tranquillità, di silenzio su cui il rumore del mare la faccia da padrone. Visitare certi luoghi in questa modalità è sinonimo di pazzia, di prepotenza, di violenza, checché ne dicano i dispensatori di focacce a prezzi da orefice e i distributori di acque al valore di un Morellino di Scansano. 
Vuoi andare all'acquario di Genova? Bene ma non devi ridurti così: 



Come cazzo puoi pensare di poter visitare le sale con pesci e pinguini, stretto nella morsa di famelici compari di ponte pasquale? 
Vuoi andare agli Uffizi?



Bravo, ottima idea. Ma non a Pasquetta! Perché l'Arte ha bisogno di calma, di spazio, di silenzio pregustante ammirazione interiore, abbracciante la frenesia del bello da incontrare dentro ai meravigliosi corridoi solo grazie alla rilassatezza, alla calma, alla pace scaturente da un luogo poco affollato. 
Serve tanta ma tanta istruttiva e delucidante scuola di pensiero bloccante famelici e onnivori consumatori di feste ad uso e consumo di un vorace, infingardo e dilapidatorio costume vacanziero da stoppare, da retrocedere a manifestazione barbara di unni al volante senza alcun rispetto, convinti che tutto sia loro dovuto solo perché possedenti tempo e denaro. 
Nulla di più sbagliato quest'ottica che affossa la bellezza. 
Se voglio andare in un museo, prendo ferie in un giorno qualsiasi e godo dell'assenza di code, di file. Se desidero andare alle Cinque Terre mi organizzo e vado quando non ci sono né navi da crociera né infoiati giapponesini attrezzati con macchine fotografiche scattanti immagini ovunque e in quantità tale da poter essere riviste solo durante molteplici vite, che credo ancora non sia possibile ottenere. 
Se volessi andare all'acquario sceglierei un giorno piovoso di novembre. 
Durante i ponti pasquali e similari, la regola impone di non muoversi e di trascorrere il tempo con le gambe sotto la tavola, scorticandosi l'animo con risa, tra allegria e bottiglie di quello buono. Perché anche questa è Arte. Diamine se è Arte!  

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