lunedì 9 aprile 2018

Ci ritorno su!


Non in linea con l'orientamento generale spezzino, ogni qualvolta vado per mare, che dovrebbe essere "nostrum", m'incazzo per quello che oramai è divenuto triste e artificiosa normalità.

Basta infatti uscire nel Golfo dei Poeti per rendersi conto di come una scellerata politica abbia nel corso degli anni reso avvilente il paesaggio,  consegnando alla banda dei soliti noti, bellezze che dovrebbero appartenere a tutti. 

Guardate questa foto, ad esempio: 


In questa istantanea è racchiuso l'obbrobrio, la coltellata mortale ad uno dei luoghi più belli del pianeta, a parer mio: sullo fondo il sigaro bianco e rosso dell'Enel che, nel cuore della città, spara carbone da moltissimi anni, da respirare a pieni polmoni, per produrre energia da rivendere all'estero.
Ma vi sembra una cosa normale? 
In primo piano una delle innumerevoli porta container che affollano il porto per una scarsa, in rapporto al danno, occupazione ed un immenso lucro da parte dei soliti arcinoti imprenditori di ferraglie. 
Da qualche parte infine ci dovrebbe essere pure la collina di Pitelli, delitto maximo dai danni incalcolabili, gestito da una banda di briganti colorata con tutte le bandiere politiche di allora. Pensate che nella discarica di Pitelli ancora non si comprende pienamente cosa vi fu sotterrato, che arrivarono a nascondervi ribaldi della peggior specie, attentatori del bene pubblico in nome del lucro. 
E se un domani viaggerete su un battello tra La Spezia e Portovenere, vi imbatterete anche nella più demenziale delle opere umane, nel padre di tutti gli sfregi ambientali: 


Panigallia! Una delle più belle e maestose insenature sconvolte da idioti del tempo per essere trasformate in una base di rigassificazione, ovvero le navi trasportanti gas allo stato liquido, vi attraccano per scaricare gas metano che nella base ritornerà alla sua condizione naturale gassosa, per poter essere immesso nelle linee commerciali. 
Ogniqualvolta guardo Panigallia mi si stringe il cuore, mi travolge una sensazione di impotenza, di acclarata idiozia, di sfinimento culturale. Assisto inerme a questo agghiacciante scempio, all'uso dannatamente scriteriato di un patrimonio naturale senza pari, senza potervi far nulla, se non nevroticamente e periodicamente riportarlo alla luce, nella speranza che cuori e menti sane e libere, sobbalzino allo scopo di arginare la devastazione continua ed imperterrita, di briganti senza scrupoli. 

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