martedì 20 settembre 2022

In castagna (travagliata)

 

Urbi et Orbán
di Marco Travaglio
Prosegue l’astuta campagna di Letta e giornaloni al seguito per dipingere Meloni come una leader pericolosa non perché rappresenta la solita vecchia destra che ci rovinò fra il 2001 e il 2011 (con la breve parentesi 2006-’08), ma perché incarnerebbe una destra nuova, inedita, mai vista. La prova? È pro Orbán come Salvini, mentre B. è sempre stato anti, come lui stesso va ripetendo in questi giorni: “Le politiche di Orbán e la sua visione dell’Europa sono lontane dalle nostre. FI è il garante della linea filo-Nato”. E lo dice da tempi non sospetti. “Per me Orbán ha sempre rappresentato la forza della giovinezza positiva: il peggio che potrebbe capitare all’Ungheria è di non approfittare della sua forza, energia ed entusiasmo… I fatti e le cifre dicono che il governo Orbán ha fatto bene e sarebbe assurdo interrompere questa esperienza. La nostra è un’amicizia antica, l’ho conosciuto da presidente del Milan. Abbiamo una straordinaria sintonia” (28.2.2002). “Orbán è un caro amico e in Ungheria sta facendo benissimo” (1.3.18). Qualche cattivone voleva sbatterlo fuori dal Ppe per le continue violazioni delle libertà, ma l’amico Silvio non sentiva ragioni: “FI non voterà per la tua esclusione, sarebbe un grosso errore politico. Ti ho sempre difeso e sarò sempre dalla tua parte. Ma ti chiedo di accettare alcune delle richieste del Ppe” (8.3.19). “FI e io personalmente ci siamo spesi, anche grazie agli ottimi rapporti con Orbán, per far sì che il Ppe si confermi il primo gruppo al Parlamento europeo” (20.3.19).
Così Fidesz, il partito di Orbán, fu solo sospeso dal Ppe. B. esultò: “È la migliore soluzione possibile. La nostra missione di cambiare l’Europa parte dal cambiamento delle alleanze del Ppe: non più con la sinistra del Pse, ma coi conservatori, anche con Orbán e Salvini” (13.5.19). “Con Orbán siamo amici intimi. Appare come una testa matta, ma è una persona ragionevolissima. E con lui andavo a vedere le partite del Milan” (22.5.19). “Sta facendo bene in Ungheria: a lui una lode assoluta. Fra il Ppe, stimolato da me, e i sovranisti, stimolati da me, si potranno fare accordi su singole leggi” (24.5.19). “Sono sicuro di convincere Orbán a restare nel Ppe e il Ppe a riabbracciarlo” (28.5.19). “Spingerò il Ppe a un’alleanza non più col Pse, ma con liberali, conservatori, verdi e qualche sovranista che sa ragionare sulle cose: Orbán e Salvini” (16.7.19). “Spero che tutto si risolva e che il Ppe e Orbán possano trovare le motivazioni giuste per continuare a stare insieme. Ho parlato con Orbán e penso che lui non abbia una vera intenzione di uscire dalla più grande famiglia della democrazia e delle libertà” (12.12.19). Invece Orbán uscì dal Ppe, B. uscì di testa e i giornaloni uscirono dalla realtà.

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