Ai confini della realtà
di Marco Travaglio
Schierati col popolo ucraino contro l’aggressione russa fin dal primo giorno, anche accogliendo profughi con la nostra Fondazione, siamo felicissimi per la tanto attesa controffensiva. Ma non vorremmo che l’entusiasmo per questi primi segnali in controtendenza dopo 202 giorni di predominio russo levasse lucidità agli strateghi da divano. Nei primi sei mesi e mezzo di guerra le truppe di Putin hanno occupato un quarto dell’Ucraina: un territorio vasto quanto metà dell’Italia. E se, per riconquistarne un fazzoletto, quelle di Zelensky hanno impiegato oltre mezzo anno, forse ha ragione l’intelligence Usa a ritenere lievemente prematuro vendere la pelle dell’orso prima di averlo cacciato. Come ha detto il generale Mini alla festa del Fatto, è in queste fasi di stallo che la politica – ove mai esistesse – dovrebbe forzare la mano per un negoziato. Possibilmente prima che Putin, per uscire dall’impasse, valuti l’opzione nucleare tattica o solo l’uso massiccio dell’aeronautica (finora pressoché assente) per spianare le aree che non riesce a conquistare o tenere con le truppe di terra e i mezzi obsoleti impiegati fin qui. L’iniziativa potrebbe prenderla l’Italia, decidendosi a rispettare la nostra Costituzione, che diversamente da altre vieta l’invio di armi ai non alleati, e proponendosi come mediatrice. Invece i nostri “esperti”, che fino al 24 febbraio pensavano che il Donbass fosse un prete nano, già parlano di “disfatta russa”, “ritirata”, “crollo”, “rotta”, “Caporetto”, “fine di Putin” e altre fesserie, fomentando gli opposti estremismi di Kiev e Mosca (“Niente dialogo: guerra fino alla vittoria”).
Rep annuncia in prima pagina: “Ucraini alle porte della Russia. La controffensiva raggiunge il confine”. La Stampa: “Ucraini al confine russo”. Il Messaggero: “Russi ingannati e in rotta: gli ucraini sono al confine”. E Libero: “Ucraini al confine con la Russia”. Non vorremmo deludere nessuno, ma gli ucraini sono al confine russo da quando esiste l’Ucraina, che confina da sempre con la Russia. E lo erano anche prima della controffensiva, perché le truppe russe non avevano mai occupato l’intero confine, ma solo la parte Sud (di cui ora han perso un pezzo). L’Italia ha ai confini Francia, Svizzera, Austria e Slovenia, però non si sognerebbe mai di sentirsi sconfitta per così poco: càpita a tutti gli Stati del mondo, isole escluse. Ma sono tempi duri, per i titolisti dei giornaloni, anche sul fronte interno. Rep: “Il M5S è in ripresa al Sud. Letta ora spera nel pareggio: ‘Possiamo farcela’. Consensi in crescita per Conte”. Delle due l’una: o Letta si crede Conte; oppure, non potendo sperare nei successi del Pd, esulta per quelli dei 5Stelle perché in fondo, decoubertinianamente, l’importante è partecipare.
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