Il Signore dei Satelliti che vuole governare l’America e il mondo
STUPEFACENTE - A chi gli ha chiesto dell’uso di ketamina, ha risposto: “Ho inventato l’auto elettrica, le costellazioni satellitari, manderò l’uomo su Marte. Pensavate che fossi un tizio tranquillo e normale?”
DI PINO CORRIAS
Elon Musk, trasvolatore di tutti i cieli, porta guai molto ingombranti qui sulla Terra. Ma quando i giornali del primo mondo ne parlano, adottano iperboli scanzonate e prosa pop: il super genio che salta, lo svalvolato dei mega miliardari, l’astronauta che ci condurrà su Marte, aprendoci alla vita “multi planetaria”. Da noi è addirittura il ganzo che ha conquistato gli occhi blu di Giorgia Meloni, la abbraccia, la fa danzare sul palcoscenico glamour di New York, e su quello romanesco di Atreju, definendola con un inciampo involontario “più bella dentro che fuori”. Le ha appena offerto molto più di una sola Luna nel pozzo: l’intera batteria dei 6700 satelliti di Starlink, una collana quanto mai preziosa per l’intera Italia che a guardar bene avrà anche la forma del guinzaglio.
Peccato che Elon Musk, il suprematista bianco, abbia il cuore intossicato e nero. E non faccia per niente ridere. Dalla sua piramide di uomo più ricco del mondo, governa una fetta dell’economia globale, della politica planetaria, del costume, del linguaggio, di gran parte di quella mitologia sociale che oggi si nutre di successo, armi e potere autoritario: il sogno americano moltiplicato dai milioni di microchip.
Musk fa affari ovunque. Vende in America automobili Tesla che fabbrica in Cina. È davanti a tutti con l’intelligenza artificiale di OpenAI e sta fabbricando le interfacce neurali che la colleghino al cervello umano. Parla ogni giorno e ogni notte, a 202 milioni di follower che lo seguono sulla sua piattaforma X e a cento governi nel mondo. Li elogia, li critica. In una settimana a caso ha dato dell’idiota al Cancelliere tedesco Scholz, dello stupratore al premier britannico Starmer. Ha auspicato in Austria un nuovo governo guidato dai neonazisti di Kickl. E chiesto ai camerati di Afd di “salvare la Germania”, infettata dai socialdemocratici. Attraverso l’accordo con l’Italia – annunciato, smentito, confermato – vuole spalancare il mercato della intera Europa che per parlarsi via satellite è indietro di dieci anni.
Tutte prestazioni geopolitiche, industriali, scientifiche, impensabili per un uomo solo. Ma che diventano dettagli se paragonati al vero colpo dell’ultimo biennio, quello di essersi comprato la Casa Bianca in tante comode rate insieme con il socio Donald Trump, quello del ciuffo arancione, dei processi, delle bugie a raffica, dell’“invadiamo Panama e la Groenlandia perché ci servono”. Insomma il primo presidente pregiudicato della storia americana, di nuovo senza freni, senza inibizioni, che nei comizi gli sta un passo avanti, anche se nelle decisioni e nella propaganda gli dondola due passi indietro.
Elon è il presidente del presidente, almeno fino a quando durerà il reciproco vantaggio. Ha 25 anni meno del tycoon rieletto. Il doppio dell’energia. Cento volte i suoi soldi: 464 miliardi di dollari il suo patrimonio stimato. In quanto al potere, governa le funzioni vitali di Pentagono e Cia, cioè le due armi più potenti dell’impero americano, che dipendono dalla sua rete di satelliti Starlink, occhi e orecchie che viaggiano a 550 chilometri di altezza governano tutte le intercettazioni, tutte le comunicazioni, tutte le strategie militari, e che nel giro di qualche anno da quasi 7 mila diventeranno 42 mila. Per riuscirci ha rivoluzionato l’ingegneria spaziale al punto che anche la Nasa (con 4 miliardi di dollari appena investiti) dipende dalle sue innovazioni, l’ultima, la più spettacolare, l’immenso razzo Starship, il più potente di sempre, il primo riutilizzabile e dunque gestibile a costi dimezzati. Con una capacità di carico di 165 tonnellate, che ha già fatto sognare i generali americani e i loro strateghi che vorrebbero destinarlo al trasporto rapido delle truppe e degli arsenali, visto che impiegherebbe 90 minuti a raggiungere qualunque fronte in Asia e in Cina.
Per respirare euforia e reggere i ritmi ossessivi del lavoro, Musk consuma Ketamina, una droga che frantuma la depressione, combatte la stanchezza, induce esaltazione. È una molecola artificiale prodotta in forma liquida, in capsule, in polvere cristallina. Agisce sul sistema nervoso, influenzando i pensieri, la percezione del dolore, il senso dello spazio e del tempo. Quando il Wall Street Journal lo ha rivelato, Elon si è limitato a confermarne l’uso terapeutico e i vantaggi pratici: “Il mio consumo è nell’interesse degli investitori”. E poi: “Ho inventato l’auto elettrica, le costellazioni satellitari, manderò l’uomo su Marte. Pensavate fossi un tizio tranquillo e normale?”.
Musk è doppio, triplo, spiazzante. Innovativo nei cieli della tecnologia, reazionario in tutto il resto, ancora convinto di appartenere al “popolo eletto” a cui dio ha affidato il compito di guidare la marcia di tutti gli altri. L’uomo padrone dell’universo, libero di sfruttare il campionario di materie prime di cui si compone la Natura, da trasformare in merci e benessere. Ma con la garanzia del perpetuo vantaggio dei pasti caldi per i vincitori, dello spazio vitale per i ricchi, delle briciole per i poveri.
Non per nulla Elon Musk viene dal Sudafrica dell’Apartheid. È nato a Pretoria nel 1971, ha cittadinanza canadese, naturalizzato americano. Famiglia ricca e problematica, padre violento, sociopatico fino alla crudeltà. Madre modella e assente. Lui un ragazzino selvaggiamente bullizzato a scuola, fino al sangue e alle ossa rotte. Perciò introverso, complessato, solitario. Affetto dalla sindrome di Asperger. Con memoria leggendaria e massima dedizione allo studio, al lavoro. Salvo le cadute in “modalità demoniaca” di cui parla nella biografia di Walter Isaacson, durante le quali perde il controllo dei limiti e delle regole.
Il risultato è una vita sentimentale caotica: amanti, fidanzate, due mogli, undici figli, un paio con maternità surrogata. E poi una lunga serie di indiscrezioni che gli attribuiscono l’uso sistematico di Lsd, cocaina, ecstasy e funghi psichedelici in feste private in giro per il mondo. Dirà: “Nella vita ho avuto incredibili alti, catastrofici bassi e stress incessante”. Risultato? “Sono solo”.
Racconta chi ha lavorato con lui che “la sua vita fa schifo”. Non dorme. Non mangia. Non ammette il tempo libero. “Maniaco dei dettagli è ossessionato dal lavoro e dal sacrificio”. Peggio ancora ne parlano le ex che lo descrivono maschilista, competitivo, prepotente. Dicono abbia la sindrome del Messia: “Vuole disperatamente salvare il mondo, ma solo se sarà lui a farlo”. Naturalmente senza croce finale, solo contanti.
Nessun commento:
Posta un commento