giovedì 30 gennaio 2025

L'Amaca

 

Per un’Europa dei ghiacci
DI MICHELE SERRA
Inativi groenlandesi sono pochi, meno di sessantamila.
Sono tra le poche popolazioni indigene dell’emisfero occidentale che l’uomo bianco, nella sua feroce intraprendenza, non è riuscito a distruggere o assimilare del tutto.
Trump, che come usano gli autocrati patologici è convinto che tutti debbano amarlo e onorarlo, con le buone o con le cattive, vorrebbe comperarli oppure invaderli (lascia aperte le due opzioni: è un vero democratico) ma in un sondaggio la quasi totalità di quel piccolo popolo dice di no. Non vogliono diventare americani.
A causa delle tante bizzarrie dell’assetto post-coloniale, la Groenlandia è territorio danese (contea d’Oltremare). Si capisce che la piccola Danimarca, per quanto benestante, da sola faticherebbe non poco a fronteggiare l’America. Sarà dunque l’Unione Europea a doversi occupare, per forza di cose, della questione. E dunque, perché non fare un passo più in là e trasformare la Groenlandia in “territorio europeo”, sotto l’amministrazione diretta dell’Unione? Forse è un’idea balorda, non so neppure come articolarla tecnicamente (protettorato europeo? Territorio transnazionale direttamente amministrato dall’Unione?), ma se il civilissimo Regno di Danimarca cogliesse l’occasione, dando storico e inatteso impulso al processo di unificazione europea, non sarebbe bello, sorprendente e importante? Cedere sovranità a istituzioni transnazionali (l’Unione Europea ne è l’emblema) è la sfida del Terzo Millennio contro l’orco sovranista. Così da mettere in chiaro che Trump non ha come controparte la Danimarca, ma l’Europa nel suo insieme.

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