giovedì 28 novembre 2024

Urca questa Ursula!

 

Ursula von der Draghen
di Marco Travaglio
Mettetevi nei panni di un elettore dei due partiti maggiori che alle Europee di giugno ha votato FdI contro il Pd o Pd contro FdI. E ora se li ritrova a braccetto ad approvare, con i loro voti decisivi, la Commissione Von der Leyen-2. Che è soltanto omonima di quella nata cinque anni fa all’insegna della transizione ecologica, del salario minimo e delle politiche sociali poi sfociate nel 2020 nei 750 miliardi di eurobond per il Pnrr post-Covid. Ora le parole d’ordine sono opposte: transizione militare, corsa al riarmo, guerra perenne, austerità, nucleare e fossili a spese di Welfare e ambiente. Il programma, anziché i rappresentanti appena eletti dei popoli europei, l’ha deciso un signore mai eletto, incaricato ancor prima delle elezioni e rigorosamente a prescindere da esse: Mario Draghi che, non contento di aver desertificato la Politica in Italia, completa l’opera in Europa per interposta Ursula, una Draghi con più lacca e meno talento. Poi naturalmente tutti a interrogarsi sulla marea montante dell’astensionismo, come se non fosse l’effetto di sceneggiate come quella delle sorelle d’Europa Ursula, Giorgia ed Elly, che confermano tutti i luoghi comuni del qualunquismo da bar: sono tutti d’accordo, se si tratta di poltrone non c’è destra o sinistra, votare è inutile tanto poi fanno come vogliono. Sembra ieri che la Meloni giurava: “Con la sinistra non posso starci né in Italia né in Europa né da nessuna parte. Quando diciamo ‘mai con la sinistra’ vale a Roma e vale a Bruxelles”, “FdI non potrà mai far parte di una maggioranza con i socialisti e i verdi”. Infatti FdI ha votato una Commissione con i socialisti e i verdi.
Sull’altro fronte (si fa per dire) la Schlein tuonava: “Con la famiglia socialista europea abbiamo sottoscritto un impegno chiaro: mai alleanze con le destre nazionaliste. I socialisti europei non sono disposti nemmeno a sedersi a un tavolo di trattativa con chi nega i fondamenti dello stare insieme dell’Ue. Vale sia per i conservatori guidati da Meloni che per il gruppo di Salvini e Le Pen. È un segnale molto forte a Popolari e Liberali per dire basta con la normalizzazione della destra nazionalista. Fino a che punto siete disposti a tradire la vostra stessa storia per queste alleanze politiche che negano alla radice i fondamenti dello stare insieme nella Ue? È una risposta forte alle gravi dichiarazioni di Von der Leyen che ha lasciato aperto ad alleanze con le forze conservatrici e nazionaliste: noi diciamo no”. Infatti il Pd ha detto sì, normalizzando la destra nazionalista e sovranista e tradendo la propria stessa storia. Eppure votare contro si poteva: l’han fatto i socialisti francesi, i popolari spagnoli, i verdi italiani e i 5Stelle. Che avevano detto No e han votato No. I soliti “ambigui”.

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