Sai che penso a volte?
Che non ci meritiamo questa vita, questo incastonarci su questa palla in periferia di questo piatto della nostra galassia, una piccola galassia anonima; non riusciamo a concentrarci, amandola, sulla pochezza, sulla pusillanimità, vaporosa e per certi versi inutile, della nostra condizione bipede pensante. Scacciamo pensieri utili, abbracciando, inseguendola, una forma di notorietà cinica e bieca; non sopportiamo l’idea di scomparire, di divenire polvere; c’aggrada molto la perfezione, la bellezza esteriore, il palco, i flash; tendenze cialtrone ci portano a ridicolizzare tomi e letture, vere perdite di tempo pensiamo; invece il trucco per accettare il gioco risiede proprio lì: divorare libri t’inebria il cuore, collocandoti fieramente al tuo posto; dai che lo sai, lo sappiamo: è una giostra, ci siamo saliti senza volerlo, ma oramai che siamo avvinghiati al cavalluccio perché scendere, perché scassarlo? Godiamocelo tanto vedi laggiù? Altri sono già frementi di salirvici, appena tutto si fermerà!
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