L’estinzione dello Stato
DI MICHELE SERRA
La teoria marxista-leninista dell’estinzione dello Stato come sbocco ultimo della rivoluzione proletaria sta per avverarsi, oltre un secolo dopo. Con un piccolo dettaglio: sarà il capitalismo, non il comunismo, a distruggere lo Stato borghese e l’intero castello giuridico che lo sostiene. Il trumpismo-muskismo potrebbe essere letto proprio così: il capitale non ha più bisogno di Stato e di leggi. Di qui in poi, farà da solo.
Molte delle persone scelte da Trump per formare il suo governo sono esplicitamente dei liquidatori. L’amministrazione pubblica americana, con la sua burocrazia, le sue lentezze, i suoi impicci regolamentari, è considerata da Trump e Musk un ostile viluppo di parassiti. Lo Stato, che si frappone tra il popolo e il suo Duce, va ridotto all’obbedienza. Per questo Musk si occuperà personalmente del rifacimento ab ovo della macchina statale. Già protagonista del più colossale licenziamento nella storia dell’impresa privata (appena comprata Twitter mandò a casa, dall’oggi al domani, i quattro quinti dei dipendenti), cercherà di fare lo stesso nel settore pubblico. Per i supereroi del Capitale, il popolo è solo una comparsa incaricata di applaudire la loro vittoria. Finita la scena di massa delle elezioni, non serve più.
Non si sa, al momento, quali resistenze incontreranno sul loro cammino i liquidatori dello Stato per conto di pochi e lucidi padroni miliardari. Sappiamo già, però, che il clima politico occidentale suggerisce di armarsi di pazienza, coraggio e fantasia. Sarà una lotta di lunga durata, noi che abbiamo una certa età confidiamo nei più giovani.
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