Se la realtà abita altrove
DI MICHELE SERRA
Immagino che i tanti che hanno chiuso il proprio account su X, luogo politicamente tossico da quando lo possiede Musk, si saranno fatti qualche scrupolo: andarsene non significherà abbandonare il campo ai “cattivi”? Avendo ignorato quel campo fin dal suo nascere (molto web, zero social la mia piccola ricetta per godere del nuovo mondo senza effetti collaterali) sono il meno indicato per dare una risposta. Ma mi sembra che sia giusto rifiutare le regole del gioco se il gioco è truccato. E uscire da un locale se nel locale prevalgono i bulli. Non è per la stessa ragione che certi talk, se si preferisce parlare con calma e ascoltare con calma, vanno evitati come la peste?
C’è, più in generale, un “andarsene” che viene scelto non solamente per preservare se stessi, ma per tutelare le proprie parole, il proprio lavoro, il proprio pensiero, la propria presenza sociale. La si indirizzerà altrove, in altri luoghi e magari altri social, si cercherà di fare di necessità virtù traslocando là dove non si misura il mondo con la clava. Non è una resa, semmai una prosecuzione della lotta con altri mezzi.
Confidando nel fatto che, da qualche parte, si troveranno altri modi di socializzare, di parlare, di scambiarsi opinioni e perfino di litigare. Se lo strumento di dominio e di controllo, su X, è la sostituzione della realtà con una sua versione semplificata (e semplificare una cosa complessa equivale a falsificarla), la realtà tocca andare a cercarsela altrove.
In fondo è un bel viaggio.
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