sabato 6 luglio 2024

L'Amaca

 

Le bugie di Boris e il tempo galantuomo
DI MICHELE SERRA
Sarò un sognatore, un ottimista incallito, ma non riesco a non pensare che nella catastrofe dei conservatori in Gran Bretagna abbiano avuto il loro peso, e non piccolo, le ciniche bugie di Boris Johnson contro l’Europa. Valsero ad abbindolare i meno scafati, i più esposti, i più anziani, e fare vincere Brexit. Perché così, esattamente così funziona la destra moderna, Trump insegna: blandisce i più deboli per ottenerne gli applausi e il voto, ma è del tutto indifferente al loro destino.
Ricco cosmopolita di Chelsea, uno che comunque vada ha un bicchiere in mano da far tintinnare in ambienti molto confortevoli, Johnson si inventò leader populista per pura ambizione di potere personale. Una simulazione in piena regola, per cogliere l’attimo. Lo colse. Ma per fortuna esiste, oltre all’attimo, anche il tempo della realtà, il famoso tempo galantuomo che almeno un minimo di verità è in grado di ristabilirlo. Brexit ha fatto male agli inglesi del popolo e ha fatto perdere prestigio e posizioni economiche a Londra (che, ricordiamolo, votò contro Brexit, come tutte le grandi città inglesi e scozzesi).
Peccato, soltanto, che questo signore non paghi direttamente, in alcuna maniera, i suoi danni. Si è messo al riparo da tempo – sempre con il bicchiere tintinnante in mano, ben inteso. Il prezzo della sua mossa sleale è rimasto a carico del partito conservatore, come un conto lasciato in sospeso.
Quelli come BoJo cadono sempre in piedi, e pazienza. L’importante è sapere che le bugie, alla fine, hanno per davvero le gambe corte. E questo deve dare speranza, e coraggio, a chi crede nella realtà come sola sede autorizzata della politica.

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