domenica 14 luglio 2024

L'Amaca

 

Prima l’acqua poi l’astronave
DI MICHELE SERRA
Problema di logica elementare.
In casa tua c’è una perdita d’acqua. L’impianto idraulico va rifatto urgentemente. Il tuo sogno è costruire una base spaziale sul tetto, anche per far morire d’invidia i vicini di casa, ma non hai abbastanza risorse per il nuovo impianto idraulico e per la base spaziale.
Quale delle due opere ha la precedenza?
Leggendo il rapporto di THEA (The European House Ambrosetti) sulla pessima situazione idrica italiana, e tenendo conto della disastrosa siccità in atto in Sicilia, si aggrava il mio pregiudizio ostile al Ponte sullo Stretto.
Prima l’acqua in casa, i dissalatori, le toppe agli acquedotti bucati, prima la garanzia dei servizi di base, delle infrastrutture locali, prima la cura di ciò che langue nell’incuria. La grande opera, la grande impresa, è alla portata di chi sa aggiustare un rubinetto. Non è alla portata di chi ha tubi rotti, strade scassate, servizi pubblici mediocri. Peggio: se davvero sei capace di costruire un ponte mai visto al mondo, e non dai acqua ai tuoi cittadini e ai campi, vuol dire che hai scelto cinicamente di puntare sulla vetrina, ma dello stato del negozio te ne freghi.
Un grande argomento dei fautori del Ponte è che le grandi opere sono un volano economico potente. Ma è difficile credere che avere un’astronave sul tetto migliori, per contagio, lo stato del tuo frigorifero, se il tuo frigorifero è vuoto, o pieno di cibi scaduti.
L’Italia ha già ampiamente dimostrato di non saper fare le cose facili, e si concentra su quelle difficili per darsi un alibi. Diventeremo mai un Paese normale, come invocava, ormai mezzo secolo fa, uno degli omini malmessi di Altan?

Nessun commento:

Posta un commento