La Liguria è così lontana che quasi quasi me ne vado in Sicilia
di Maurizio Crosetti
Quant’è lontana questa Liguria, persino più della Sicilia, anche se — per dire — Laigueglia sta a 189 chilometri da Torino, mentre Scicli, con le sue belle borgate di mare ragusano, a 1593. Eppure, calcolando tempi, spazi, costi e contesti, è una gara che si può fare. E non è affatto detto che vinca la storica Riviera dei turinèis.Cominciamo dai tempi necessari per gonfiare il materassino. In un mondo normale, per andare in Liguria si prende l’automobile (auguri vivissimi a chi sceglie il treno per il mare) e si imbocca la Torino-Savona, quindi in fondo a destra verso Ventimiglia. Uscita ad Andora, due ore scarse comprese di pausa pipì, ed eccoci a Laigueglia (per il parcheggio, consultare il divino Otelma). Ma il nostro non è più un mondo normale, è il mondo dei cantieri selvaggi e delle code. Sebbene la Torino-Savona sia stata per un tempo immemorabile “l’autostrada della morte”, con i famigerati sensi unici alternati anche in galleria, da un certo punto in avanti era diventata un’autostrada normale: due corsie per andare, due per venire. Poi, lo stillicidio di ruspe e betoniere ha obbligato il viaggiatore a raddoppiare (per lo meno) i tempi. Per andare dal commissario Montalbano, invece, bastano un’ora e mezza di aereo da Torino a Catania, Etna permettendo (ogni tanto sbuffa, forse annoiato dagli umani) e un’altra ora di navetta per Pozzallo: ma poi, credeteci, non c’è partita. Nota dolente: il racket delle compagnie aeree, ormai in chiaro abuso di posizione dominante, con la definitiva scomparsa del low cost e con taglieggiamenti dodici mesi l’anno per chi vuole/deve raggiungere le isole maggiori. (Esiste anche l’opzione traghetto, una ventina di ore da Genova a Palermo, ma qui è come voler andare in Liguria a piedi, il confronto non è dato).
Vogliamo un ombrellone e un lettino per un giorno? Dalle parti di Alassio, fanno almeno quaranta euro (e con un lettino solo: il “braccino ligure” non perdona). Nelle frazioni di Scicli, con 15 euro di lettini te ne danno due. Non c’è match per la spiaggia libera: chilometri di sabbia in Sicilia, pressoché deserti, davanti a un mare spettacoloso, rarissimi metri in Liguria, bucandosi il sedere con i sassi sotto l’asciugamano, specchiandosi in un’acqua non sempre irreprensibile.
Insalata di pomodori per un fresco pranzo in spiaggia? Sette euro al chilo a Laigueglia, un euro e cinquanta a Cava d’Aliga (e sono, che ve lo diciamo a fare, i dolci e succosi pomodori di Pachino, non le sferette rosse plastificate costose come rubini).
Siamo nababbi, o anche solo persone con qualche soldino da investire? Siamo in pensione e vogliamo trasferirci, usando la liquidazione? Comprare casa a Laigueglia costa 5 mila euro al metro quadro se va bene, a Sampieri, fresca Bandiera Blu, ne bastano 1300. Sorvoliamo sulle differenze di contesto, lì dipende dai gusti. Ma in Liguria non c’è più un metro libero, le case stanno una sull’altra come nel presepe, in Sicilia lo spazio si perde nell’orizzonte.
Come avrete capito, la nostra è una provocazione, che però si basa sui dati e sui disagi di varia natura che Repubblica ha più volte raccontato ai lettori. Il classico mare dei torinesi, ormai, è quasi un concetto astratto. Lo sanno bene i turisti di un giorno, metà del quale necessario per raggiungere la meta, così come i proprietari di seconde case, migliaia, un tempo “buen retiro” sabaudo e oggi località di un calvario che deve tener conto di disagi a non finire, di costi spropositati (non abbiamo fatto il confronto tra ristoranti e pizzerie, sebbene in questo senso anche i siciliani stiano prendendo una china pericolosa) e di tempi di viaggio non prevedibili.
È chiaro che non si può comprare casa in Sicilia e usarla per i weekend, ma in tanti cominciano a domandarsi se valga la pena che la meritata “end” della faticosa “week” sia una coda di veicoli a perdita d’occhio, dalle parti di Altare (nome adatto, del resto, ai sacrifici), verso un miraggio di trofie al pesto.
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