martedì 3 ottobre 2023

L'Amaca

 

Il nemico immaginario
DI MICHELE SERRA
Adesso parte la solita tiritera sui “poteri forti”, che non si è mai capito bene chi sono e dove abitano. Sono il contrario dell’amico immaginario dei bambini, un nemico immaginario che compare all’imbrunire nelle stanzette dei poteri veri (i governi, i ministeri, i Consigli di amministrazione) per imbrogliare le carte, ricattare, boicottare. Un moderno, lagnoso Alberto Sordi (“a me m’ha rovinato ‘a guera!”) potrebbe aggiornare la battuta: “a me m’hanno rovinato i poteri forti”, con identico effetto di un popolo eternamente in cerca di alibi. Il romanesco, per altro, in questo governo è di famiglia.
Sarebbe interessante capire in quali altri Paesi del mondo (oltre al Paese dei social, che se le beve tutte) si creda fermamente nei poteri forti, e si attribuisca a loro ogni inciampo e fallimento. Se è vero, e sembrerebbe vero, che il deficit dello Stato, dunque di tutti noi, punta nuovamente a ingrossare, con conseguente rischio di non riuscire più a finanziarlo, si tratta di prendere atto che da una quarantina d’anni una grossa parte del Paese vive al di sopra delle proprie possibilità, vuoi per assistenzialismo vuoi perché non paga le tasse; e un’altra parte tira la carretta, paga le tasse e nonostante questo vede il Welfare deperire e si sente menato per il naso. Si tratta, a ben vedere, di una forma occulta e taciuta di lotta di classe.
Il problema è che dirlo è politicamente pericoloso, perché si diventa antipatici e si perdono voti. (A dirlo, non per caso, sono stati i “governi tecnici”, che dalle urne possono prescindere). E dunque, quando i conti non quadrano, si tirano in ballo i poteri forti, così da procrastinare ancora per un annetto o due l’illusione di essere in regola, ma odiati da un nemico immaginario

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