venerdì 18 agosto 2023

Adolfo il Saltimbanco

 

Urso alla pompa
di Marco Travaglio
Se le nostre vite non dipendessero da loro, dovremmo ringraziare i ministri meloniani per il buonumore che ci regalano, al punto da farci sospettare che esistano proprio per divertirci. Era dai tempi del duo comico Fontana&Gallera che non si rideva tanto. Avevamo appena finito di scompisciarci per il fantozziano summit dei direttori dei musei strappati alle ferie dall’instancabile Sangiuliano nel giorno di Ferragosto e costretti a muovere le bocche a favore di telecamere in sincrono con lui per dimostrare che avevano un sacco di cose da dire e da fare, quando sul Messaggero ci è caduto l’occhio sulla minchiata dell’estate (non diciamo dell’anno perché mancano quattro mesi e mezzo). Riguarda il 17° rialzo dei prezzi dei carburanti in 17 giorni ed è firmata dal sagace ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso: “Il prezzo industriale della benzina depurato delle accise è inferiore rispetto ad altri Paesi Ue come Francia, Spagna e Germania”. Ma tu pensa: senza le accise, la benzina costerebbe meno. Il guaio è che le accise ci sono, e fra le più alte d’Europa: perciò la benzina ci costa più che ai finlandesi, francesi, tedeschi, belgi, svedesi, inglesi, spagnoli e austriaci. E in una settimana ha fruttato allo Stato un extragettito di 2,2 miliardi, più di quello che il governo vuole (forse) prelevare alle banche.
Quindi, ricapitolando. Giorgia Meloni vince le elezioni dopo dieci anni di campagne (sue e di Salvini) e pittoreschi video alla pompa contro lo scandalo, la vergogna, l’obbrobrio dei governi che non aboliscono le accise; poi va al governo e non le abolisce, anzi abolisce il taglio di 30 centesimi al litro introdotto da Draghi (che, al confronto con questa destra a sociale, era Che Guevara); siccome il prezzo impazzisce, addita fantomatici “speculatori” e sguinzaglia la Guardia di Finanza (che spende un capitale in benzina); poi crede di risolvere il problema imponendo ai benzinai di esporre i cartelli col prezzo medio nazionale, invece lo aggrava perché innesca una corsa al rialzo con effetto domino; Salvini però precisa che, sopra i 2 euro al litro, il governo interverrà, ma ora siamo sopra i 2 euro e il governo resta in ferie. E quel gran genio di Urso spiega che l’ideona dei cartelli è “risultata pienamente efficace nel contrastare la speculazione” (infatti l’ha incoraggiata e legittimata) e non dobbiamo preoccuparci perché, se non ci fossero le accise, la benzina costerebbe meno. Ma va? Il fatto che lui stia al governo perché la sua premier e il suo vicepremier avevano promesso di abolirle è un dettaglio che a lui sfugge. Ma temiamo non sfugga agli elettori automuniti che, se non fossero spiritosi come lui, attenderebbero con ansia di incontrarlo mentre attraversa la strada.

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