sabato 19 agosto 2023

Una cosa è la pietà…



Sia chiaro che la pietas difronte alla morte è imprescindibile da ogni altro aspetto. Ma dipingere positivamente l’operato finanziario di Colaninno, descrivendolo come un illuminato, rende evidente quanto questo attuale sistema infimo e per certi aspetti devastante, tema e tremi ogniqualvolta si apre un pertugio in grado di manifestare l’eclatante inefficacia dei metodi briganteschi di coloro che il pensiero comune vorrebbe innalzassimo ad abili gestori del bene comune, come ad esempio Telecom, che era un fiore all’occhiello della nostra nazione, invidiataci da tutti a livello internazionale. Colaninno l’acquistò nel 1999, affossandola con l’abnorme debito d’acquisto paragonabile a 38 miliardi di euro odierni. Telecom non si riprese mai più da questa improvvida manovra piratesca, pregna di indefinite scatole cinesi, e negli anni successivi l’opera predatoria fu completata da un altro capitano di finanze anche lui incensato ad minchiam dal sistema, quel Tronchetti Provera che in uno stato dignitoso e custode dei propri gioielli vivrebbe ancor oggi in libertà vigilata. Non qui, per sua fortuna, non in questo paese preda di sciacallaggi da tempo immemore. Nel 2008 Colaninno, non ancora sazio, fece parte della tremebonda ciurma dei cosiddetti “capitani coraggiosi”, un’idiozia covata dallo Scippatore Insaziabile attualmente nel mausoleo di famiglia ad Arcore, rilevando Alitalia per non farla finire in mani straniere, ed accumulando in quasi cinque anni, debiti per 1,25 miliardi di euro. 
Riposi in pace Colaninno, ma la si smetta di presentare lui ed altri come modello di saggia conduzione finanziaria. Ne abbiamo piene le gonadi di queste fregnacce!

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