domenica 4 giugno 2023

Cassese travagliato

 

Spurtivo!
di Marco Travaglio
Da anni Sabino Cassese allieta le nostre giornate con una vis comica degna del suo compianto sosia Capannelle, il vecchietto de I soliti ignoti che si vanta di vestire “spurtivo” mentre Peppe er Pantera lo accusa di indossare la “divisa da ladro”. Un tempo austero e silenzioso amministrativista, con l’incedere dell’età s’è trasformato in un garrulo tuttologo da talk e da intervista prêt à porter, nonché in un sederino d’oro candidato a tutte le poltrone su piazza grazie a un posteriore extralarge a fisarmonica (a tre, o quattro, o cinque chiappe) che gli consente di occuparne anche più d’una contemporaneamente. Da quando passò per la Consulta grazie all’amico Ciampi, viene scambiato per costituzionalista, anche se ha sposato tutte le schiforme più incostituzionali mai viste: la Letta-Napolitano 2013, la Renzi-Boschi-Verdini 2016, i referendum anti-giustizia 2022. Nel 2017 aderì alla campagna del Foglio per “sciogliere per eversione il M5S”, primo partito d’Italia. Nel 2020 bombardò come “incostituzionali” le misure anti-Covid di Conte-“Orbán” (purtroppo costituzionalissime per la Consulta), ma non quelle uguali o più rigide di Draghi; i 300 tecnici di Conte per il Pnrr, ma non i 2mila e più di Draghi.
È fatto così: un juke-box del diritto che distribuisce promozioni e bocciature a seconda di chi infila la moneta nell’apposita fessura. E per moneta s’intende il vil denaro (entrò nel board di Atlantia, ne uscì con 700mila euro e iniziò a difendere i Benetton dai cattivoni che volevano cacciarli da Autostrade dopo il crollo del Morandi), ma anche incarichi governativi per lui e/o per lo stuolo di allievi e protégé. Conte, nuovo del mestiere, lo tenne fuori dal poltronificio e mal gliene incolse; Draghi e Meloni ripresero la tradizione destra- centro-sinistra imbarcando Sabino e i suoi cari, e dal juke box uscirono solo note celestiali. La Meloni l’ha adottato come badante giuridico, i suoi ministeri sono pieni di Cassese boys, Calderoli ha eretto Sabino Capannelle alla presidenza della commissione che fisserà i Lep dell’Autonomia. E lui ricambia sposando il presidenzialismo, ma pure il premierato (a piacere), e fa clap- clap (o Lep-Lep) al decreto incostituzionale che esautora la Corte dei Conti sul Pnrr: in due giorni ha rilasciato interviste plaudenti sul “sacrosanto” golpetto a Repubblica, Messaggero, Giornale, Foglio e Tgcom24. Appena apre bocca, viene da domandarsi come abbia fatto Leo Longanesi, senza conoscerlo, a concepire almeno tre dei suoi aforismi. “Non capisce nulla, ma con grande autorità e competenza”. “Non bisogna appoggiarsi troppo ai princìpi, perché poi si piegano”. “La nostra bandiera nazionale dovrebbe recare una grande scritta: ‘Ho famiglia’”.

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