domenica 11 giugno 2023

Fiero

 

Fiero di vivere in una città che maschera eventi bellici in “Sea Future”, trattandoci come allocchì soporiferi rimbambiti da troppe mesciue!
La Spezia, in scena il festival della guerra
L’evento diventa una fiera degli armamenti mascherata da kermesse ambientalista
di Marco Grasso
Leonardo ha presentato il suo ultimo drone Awhero. Fincantieri i nuovi pattugliatori. Otomelara la torretta con mitragliatrice Hitfist. Iveco il Defence Vehicle, mezzo anfibio pensato per sbarchi di truppe dal mare. Dalla domanda all’offerta. Tra gli stand c’erano oltre 150 tra marine militari e delegazioni governative di tutto il mondo, soprattutto rappresentanti dei segretariati delle Difese, ovvero coloro che hanno le mani sul portafoglio militare dei rispettivi governi. La lista degli invitati non è già più accessibile. Ma, da documenti circolati nei giorni scorsi, si può vedere che ne facevano parte un ventaglio variegato di Paesi: alleati tradizionali come Usa, Israele e Paesi Nato; Stati molto attenti ai ritrovati bellici di ultima generazione, come Arabia Saudita e Turchia; altri ancora, classificati come “emergenti”, più interessati ad affari di seconda mano, come Egitto, Somalia, Libia, Congo, Ghana e Kazakistan. Non tutti propriamente democratici.
Quella andata in scena a La Spezia, fra il 5 e l’8 giugno, può essere considerata a tutti gli effetti una fiera degli armamenti militari, la più importante e forse l’unica di questo genere in Italia. Eppure dal nome non si direbbe: la kermesse si intitola “Sea Future” e si presenta come un’iniziativa legata alla “sostenibilità, alla blue economy e all’economia del mare”. “Era nata con questo proposito – raccontano Giorgio Beretta e l’ex sindaco di La Spezia Giorgio Pagano, fra i rappresentanti della rete Riconvertiamo Sea Future – ma nel tempo ha subito un vero e proprio greenwashing. Prima si è trasformata nella fiera della vendita del nostro usato militare, nel 2014; più recentemente in un’occasione per presentare apparecchiature di ultima generazione”.
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si è presentato due volte in pochi giorni, intervallando la sua presenza al cenacolo vespiano-governativo a Manduria, senza risparmiarsi in retorica bellica: “L’Arsenale e La Spezia sono una cosa sola”. L’ultima comparsata, in occasione della festa della Marina, è stata accompagnata da manovre di F-35 nei cieli spezzini, che hanno suscitato le proteste di una scuola e una raccolta di firme. Fino all’anno scorso, Sea Future prevedeva anche un percorso di alternanza scuola-lavoro. Dopo le polemiche di associazioni pacifiste e sindacati, quest’anno i ragazzi sono stati coinvolti con un concorso di temi, legati appunto alla sostenibilità, mentre gli adulti trafficavano armi. La fiera, fino alla scorsa edizione aperta come un qualsiasi salone nautico, è stata riservata ai soli accreditati, come si conviene di più a un evento militare. C’era anche una folta delegazione egiziana. Con il Cairo è difficile ottenere collaborazione sul caso Regeni, ma quando si tratta di commerciare armi l’intesa sembra essere buona. E pare essere stato dimenticato anche un imbarazzante episodio recente: nel 2021 un militare egiziano a La Spezia per la riconversione di una fregata fu indagato per violenza sessuale, scappò sotto al naso delle autorità italiane in modo rocambolesco. Ne è passata di acqua sotto i ponti. E adesso è tornato il tempo di fare affari.

Nessun commento:

Posta un commento