martedì 6 giugno 2023

Auuu!

 

Al lupo, al lupo!
di Marco Travaglio
Dopo sette mesi, è ufficiale: abbiamo un governo di buoni a nulla capaci di tutto. Ma chi li paragona al fascismo fa loro un favore e un complimento, perché Mussolini era capace di tutto, ma purtroppo riunì attorno a sé il meglio della cultura fascista e nazionalista e diverse eccellenze del mondo liberale e cattolico. Quando le tragedie della storia si ripetono, insegna Marx, lo fanno in forma di farsa. Il che fa ben sperare che, pur animati dalle peggiori intenzioni, i guitti di oggi – anche quelli che parodiano i gerarchi perché vorrebbero essere come loro – non riescano a realizzarle. Ciò non significa che le opposizioni e il poco che resta di stampa libera debbano rilassarsi, anzi. Ma che dovrebbero selezionare i bersagli, evitando di gridare al fascismo o alla svolta autoritaria qualunque cosa faccia il governo. 1) Per evitare l’effetto “al lupo al lupo”: se tutto è fascismo, nulla è fascismo. 2) Per scansare il doppiopesismo, cioè l’ipocrisia di chi rinfaccia agli altri ciò che ha sempre fatto lui. 3) Per convincere parte degli elettori che il 25 settembre hanno votato a destra o non hanno votato a votare per le opposizioni, andrebbero scelte parole che la gente capisca e temi che senta vicini. Se la Rai diventa TeleMeloni (ma da ben prima che Meloni piazzasse i suoi), tutti ricordano TeleDraghi e TeleQualunque premier ci fosse: gli allarmi rossi o neri non attaccano. Se la Meloni vuole eleggere il capo dello Stato o del governo, bisogna opporsi e spiegare perché, ma gridare al fascismo ha poco senso: anche il Pd voleva il premierato, e il presidenzialismo esiste in democrazie più antiche e mature. Idem per l’obbrobrio dell’Autonomia, che però non ha nulla di autoritario: semmai porterebbe all’anarchia, espropriando lo Stato di poteri che è meglio conservi. Quindi bisognerebbe piantarla di invocare Bonaccini commissario in Emilia-Romagna e proporre l’abolizione delle Regioni, o almeno l’esproprio dei poteri sulla sanità e l’ambiente, per uno Stato forte sui temi strategici e un federalismo fondato sui Comuni.
Tralasciamo per carità di patria le ridicole e tafazziane campagne sui terribili segreti di mamma Meloni e sull’inesistente saluto fascista alla parata del 2 giugno. Ma, se in questi sette mesi la sinistra politico-mediatica avesse investito le energie spese nella caccia alle vere o presunte camicie nere per denunciare la guerra ai poveri (5-600mila senza Rdc da luglio), la legalizzazione dello schiavismo, il folle bellicismo atlantista, i disastri su Pnrr e 110%, le schiforme della giustizia penale e contabile, i miliardi buttati nel Ponte e in altri regali ai ricchi e ai ladri, le promesse tradite su bollette e accise, i 14 condoni alle vittime del “pizzo di Stato”, oggi il governo dormirebbe sonni un po’ meno tranquilli.

Nessun commento:

Posta un commento