giovedì 8 settembre 2022

Illuminante

 

La mangia su Roma
di Marco Travaglio
Pare che il Pd paghi un sacco di soldi in social, manifesti e spot per la campagna elettorale più fallimentare, deprimente e perdente mai vista. Eppure potrebbe farne una più decente senza spendere un euro, diffondendo i filmati tratti da Youtube della sera del 12 novembre 2011, quando B. salì al Quirinale per dimettersi dopo aver trascinato l’Italia alla bancarotta finanziaria, economica, morale e politica. Ad accoglierlo trovò migliaia di persone che gli urlavano di tutto e danzavano festanti. E persino un’orchestra che suonava l’Hallelujah di Handel, tant’è che alla fine fuggì dal retro. Del suo terzo governo (2008-11), il più inverecondo della storia repubblicana ex aequo col primo (1994) e il secondo (2001-06), faceva parte Giorgia Meloni. Ma darle la colpa di quella catastrofe sarebbe ingiusto: era ministra della Gioventù. Sarebbe giusto invece ricordare a leader ed elettori smemorati che i membri dei tre governi che distrussero l’Italia sono in lista col presunto “nuovo centrodestra” a guida Meloni, a parte tre o quattro deceduti e tre o quattro detenuti (più il duo Gelmini&Carfagna che ora fa danni in Azione).
Del governo B.1, FdI candida i ministri Tremonti e Guidi. E FI mette in lista il premier B. e i sottosegretari Micciché, Gasparri, Grillo (Luigi) e Cota.
Del governo B.2 sono candidati con Meloni, oltre al ministro Tremonti, i sottosegretari Urso, Guidi e Sgarbi (più l’allora presidente del Senato, Pera). I ministri Bossi, Calderoli e il sottosegretario Giorgetti li ripresenta la Lega. FI ricicla B. e i ministri Gasparri, Miccichè e Prestigiacomo, i sottosegretari Casellati, Cota e Martusciello e, siccome Antonio D’Alì ha una condanna d’appello per mafia, mette in lista la moglie. I ministri Bossi, Calderoli e il sottosegretario Giorgetti ricicciano con la Lega. Noi Moderati riesuma il sottosegretario Romano.
Ed eccoci al governo B.3, costretto a sloggiare anzitempo nel 2011 perché B., oltre ad andare a puttane in proprio, ci aveva portato il resto d’Italia. Meloni ricandida ben sei ministri: Tremonti, La Russa, Rotondi, Fitto, Brambilla e se stessa; e cinque sottosegretari: Urso, Roccella, Augello, Musumeci e Santanchè. FI, oltre a B., ci rioffre i ministri Romano, Bernini e Prestigiacomo e i sottosegretari Miccichè, Craxi (Stefania), Polidori e Casellati. La Lega i ministri Bossi e Calderoli e la sottosegretaria Ravetto.
Se il 25 settembre vincerà la cosiddetta “nuova destra”, spacciata dai finti nemici per un’incognita e un azzardo mentre è la solita sbobba di sempre, per giunta invecchiata di 11 anni, tutta quella bella gente tornerà nel governo Meloni. E chi si aspettava la marcia su Roma scoprirà per la quarta volta la specialità della casa. Che non è marciare: è mangiare.

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