Dal Fatto Quotidiano
Sono in Parlamento da decenni e non hanno nessuna intenzione di gettare la spugna. Così alle elezioni del 25 settembre tornano in lista per la riconferma della poltrona a Palazzo Madama o a Montecitorio, quasi sempre con un seggio blindato. Sono i “dinosauri” del potere legislativo italiano. Dal recordman Casini, passando per i leghisti Bossi e Calderoli fino a Prestigiacomo e Rotondi e il quasi “anonimo” Russo (azzurro passato con Calenda). Così mentre c’è chi come il Movimento 5 stelle conferma il vincolo dei due mandati, gli altri partiti non pongono limiti e, per molti, l’usato garantito vale più del nuovo. Ecco la classifica dei primi dieci parlamentari per numero di legislature e anni di seggio alla Camera o al Senato. Sono tutti di centrodestra (tranne Casini – oggi candidato dal Pd – ed Emma Bonino, la prima tra loro a essere entrata in Parlamento). E a sinistra non c’è spazio nella top 10 per Piero Fassino: con le sue 6 legislature (già pronto per la settima), i quasi 22 anni a Montecitorio sono “troppo pochi” per scavalcare i colleghi in classifica. Ma è sulla buona strada. Escono, invece, dalla lista Elio Vito (8 legislature in 30 anni alla Camera) e Paolo Romani (oltre 28 anni e 7 legislature) in quanto non saranno ricandidati in questa tornata elettorale. Così come Renato Schifani che, dopo 26 anni in Senato e 6 elezioni, lascia il seggio di Palazzo Madama per candidarsi alla presidenza della Regione Sicilia.
Pier Ferdinando Casini – A guidare la pattuglia dei veterani, c’è lui. Il suo ingresso alla Camera dei deputati risale al 12 luglio del 1983, a soli 27 anni e mezzo. Inizia così, sotto la protezione dello scudo crociato della Dc, la prima legislatura (la nona per la Repubblica italiana) di Pier Ferdinando Casini. Sono gli anni dei primi due governi Craxi e di Nilde Iotti presidente della Camera. Da lì un’ininterrotta presenza al Parlamento italiano, con il cambio nel 2013 da Montecitorio a Palazzo Madama. Sono 10 legislature per un totale di oltre 39 anni. Il tutto condito da 5 anni di presidenza della Camera dei deputati, cambi di sigle di partito (Dc, Ccd, Udc…) tra alleanza e rottura con Il Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi. Oggi, ricandidato dal Partito democratico (con una valanga di proteste dalla base locale) nel seggio blindato dell’uninominale di Bologna si appresta a iniziare la sua undicesima legislatura, pronto a battere il suo stesso record.
Umberto Bossi – Al secondo posto c’è l’ex secessionista. Il senatùr lombardo è lontano dal recordman Casini ma conta già quasi 31 anni e mezzo di presenza in Parlamento. Entra al Senato il 2 luglio del 1987 e da lì arriva il suo soprannome (nonostante sia stato più anni alla Camera che a Palazzo Madama). Nel 1992 passa alla Camera dove rimane fino al 2004 quando si dimette per incompatibilità essendo stato eletto al Parlamento europeo. E’ l’anno dell’ictus e dei problemi di salute. Rimane parlamentare a Bruxelles fino al 2008 quando rientra alla Camera saltando la quindicesima legislatura (la seconda più breve della storia repubblicana, durata solo due anni). Nel 2018 ritorna in Senato. Alle spalle 8 legislature e due presenze al governo: ministro per le riforme istituzionali e la devoluzione, dal 2001 al 2004, e ministro per le riforme per il federalismo dal 2008 al 2011. Il 25 settembre è candidato come capolista alla Camera per quella che sarebbe la sua nona legislatura.
Roberto Calderoli – Seguace di Umberto Bossi, la militanza nella Lega Nord apre le porte della Camera a Calderoli il 23 aprile 1992. Da quel momento rimane in Parlamento senza interruzione, passando al Senato nel 2001. Per lui 8 legislature già nel cassetto, per un totale di 30 anni. E’ stato anche ministro per le riforme istituzionali e la devoluzione dal 2004 al 2006 e ministro per la semplificazione normativa dal 2008 al 2011. Oggi è ricandidato al Senato come capolista nel collegio Lombardia 3.
Maurizio Gasparri – Otto legislature e oltre 30 anni ininterrotti di seggio in Parlamento anche per Gasparri. Dopo la militanza nel Fronte della Gioventù e nel Msi, proprio con il Movimento sociale italiano fa il suo ingresso alla Camera anche lui il 23 aprile 1992. Riconfermato con Alleanza nazionale rimane deputato fino al 2008 quando diventa senatore con Il Popolo della Libertà e rimarrà a Palazzo Madama anche dopo l’adesione a Forza Italia. E’ stato anche sottosegretario al Ministero dell’Interno dal 1994 al 1995 e ministro delle Comunicazioni dal 2011 al 2005. E’ candidato al Senato nel collegio di Roma.
Ignazio La Russa – Anche La Russa condivide il terzo gradino del podio con Calderoli e Gasparri, con stesse legislature e stesso tempo in Parlamento. Con Gasparri condivide anche la militanza al Fronte della Gioventù e l’elezione con il Movimento sociale italiano nel 1992. Eletto sia alla Camera che al Senato opterà per il seggio a Montecitorio dove rimarrà per 7 legislature. A differenza di Gasparri, dopo la fine dell’esperienza di Alleanza nazionale e del Pdl fonda, assieme a Giorgia Meloni e Guido Crosetto, il nuovo partito Fratelli d’Italia. E’ stato ministro della Difesa dal 2008 al 2011. Al senato inizia la sua “prima esperienza” nel 2018 e qui si ricandida il 25 settembre sia all’uninominale in Lombardia, sia come capolista al plurinominale nella circoscrizione Lombardia 2.
Stefania Prestigiacomo – E’ lei la prima donna della top 10 dei veterani. Berlusconiana della primissima ora aderisce a Forza Italia ed entra in Parlamento alla prima occasione possibile. Le porte di Montecitorio si aprono per la giovane siciliana nel 1994, a soli 27 anni. Da quel giorno il seggio alla Camera dei deputati sarà sempre suo. Accumula così 7 legislature e 28 anni e mezzo di presenza a Montecitorio. Ministro per le Pari opportunità nel Governo Berlusconi II e III (dal 2001 al 2006) e ministro dell’Ambiente nel Governo Berlusconi IV (dal 2008 al 2011). In questa tornata elettorale è pronta al cambio di palazzo essendo candidata al Senato come capolista al proporzionale in Sicilia orientale.
Giancarlo Giorgetti – Braccio destro di Matteo Salvini, Giorgetti è in Parlamento dal 9 maggio 1996. Deputato per 6 legislature, è a Montecitorio da più di 26 anni. E’ l’attuale ministro dello Sviluppo economico. E’ stato anche sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con il primo governo Conte (2018-2019). Prima, con Berlusconi, era stato sottosegretario alle Infrastrutture e trasporti per pochi giorni. Oggi è ricandidato in Lombardia.
Paolo Russo – E’ il meno conosciuto della lista ma rientra a pieno titolo tra i veterani. Entrato in Parlamento con Forza Italia il parlamentare campano, fa il suo esordio alla Camera dei deputati (come il collega Giorgetti) nel 1996. E così rimane a Montecitorio per 6 legislature, anche lui deputato da più di 26 anni. In vista delle elezioni del 25 settembre e dopo la caduta del governo Draghi, segue la ministra del Sud Mara Carfagna (suo riferimento politico) e aderisce al progetto di Calenda. Sarà candidato in diversi collegi proporzionali nella lista di Italia viva-Azione per puntare alla sua settima legislatura.
Emma Bonino – In questa classifica è la seconda donna e la prima, in assoluto, ad essere stata eletta in Parlamento. Un anno dopo l’inizio della sua militanza con i Radicali entra alla Camera il 5 luglio del 1976. In totale sarà parlamentare per 9 legislature (due delle quali al Senato) ma uno dei principi fondanti dei Radicali era la rotazione degli eletti e per questa ragione si dimette più volte o subentra, non completando quasi mai interamente le legislature. Per questa ragione accumula in totale una presenza ventennale in Parlamento. In questo periodo è stata Commissaria europea per la politica dei consumatori, la pesca e gli aiuti umanitari dal 1995 al 1999; ministro degli Affari esteri dal 2013 al 2014 con il governo Letta; ministro del Commercio internazionale e per le Politiche europee dal 2006 al 2008 con premier Prodi.
Gianfranco Rotondi – Chiude il quadro Rotondi. Con le sue 6 legislature accumula oltre 23 anni di presenza in Parlamento. Eletto alla Camera con il Partito popolare italiano nel 1994, dopo avere aderito al Cdu non riesce ad ottenere la rielezione. Tornerà a Montecitorio solo nel 2001 con la coalizione della Casa delle Libertà in quota in quota Cdu e successivamente Udc. Da quel momento rimarrà con un seggio alla Camera (con una parentesi al Senato alla XV legislatura). Per proseguire la sua esperienza Rotondi, attuale vicecapogruppo alla Camera forzista, corre in Campania nel collegio uninominale di Avellino a Montecitorio.
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