Il Supermalus
di Marco Travaglio
E così il Governo dei Migliori, poco prima di passare a miglior vita (la nostra), ha scritto le ennesime norme coi piedi. Una è il dl Aiuti, senza coperture. L’altra il prelievo del 25% degli extraprofitti dalle imprese energetiche che da mesi ingrassano sugli aumenti di gas e petrolio, per finanziare i miserrimi aiuti gentilmente offerti da Draghi&C. alle imprese sull’orlo del fallimento e alle famiglie sull’orlo della miseria. Purtroppo, grazie ai geni di Palazzo Chigi e del Mef, dei 10 miliardi attesi (già pochissimi, perché i Migliori hanno graziato i guadagni da favola dei big farmaceutici e assicurativi grazie alla pandemia), se n’è visto 1. Gli altri 9 sono rimasti nelle casse dei colossi dell’energia, fra cui le partecipate Eni ed Enel, mentre altre aziende (fra cui l’Acea del Comune di Roma) stanno bersagliando l’Arera e i Tar con ricorsi di incostituzionalità. Che la norma nascesse col buco si sapeva da maggio. Ma Er Mejo non poteva ammettere l’ennesimo vulnus al mito della sua infallibilità (come se non bastassero i disastri sul Covid: anche ieri quasi 100 morti) e tirò diritto. Sembra ieri che si presentava in Senato e insultava il centrodestra e poi i 5Stelle, a cui chiedeva la fiducia per farsela negare. Invece era il 20 luglio.
Dopo aver ignorato i nove punti di Conte per far fronte allo tsunami sociale d’autunno, Er Mejo accusava il M5S di non saper scrivere le leggi: “Il problema del Superbonus sono i meccanismi di cessione. Chi li ha disegnati senza discrimine o discernimento? Sono loro i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti. Ora bisogna riparare al mal fatto”. In realtà quelle migliaia di imprese le aveva cacciate nei guai lui, screditando il Superbonus in Italia e in Europa, incasinando la cessione dei crediti e – quel che è più grave – tradendo il patto fra Stato e cittadini. Le norme tecniche che contestava le avevano scritte gli uffici del Mef, identici sotto Conte e sotto di lui. Ed è stato grazie al Superbonus che l’Italia nel 2021 ha registrato la miglior crescita d’Europa (+6,6%), dato che Draghi non manca mai di vantare come se il merito non fosse dell’ultima Finanziaria di Conte. Non solo: nel primo anno, secondo i calcoli di Nomisma, il Superbonus è costato 38,7 miliardi e ha generato un valore economico di 124,8 (7,5% del Pil); ha fatto risparmiare a ogni beneficiario una media di 500 euro in bolletta; ha ridotto di 979 mila tonnellate le emissioni di CO2; ha immesso in consumo 106 milioni di kW annui di energie rinnovabili; e ha creato 634 mila nuovi occupati. Cose che capitano con le leggi dei Peggiori. L’ultima dei Migliori ci ha fatto perdere 9 miliardi in tre mesi: l’Agenda Draghi, oltre a non esistere, porta pure sfiga.
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