martedì 17 gennaio 2017

Lettera di un terremotato


di Alessandro Santi

Gentilissimo commissario Errani, le scrivo facendomi portavoce di alcune importanti istanze di una comunità (Ussita, Visso e Castel S. Angelo) duramente colpita dagli eventi sismici di agosto e ottobre. Pur prendendo atto dell’eccezionalità degli eventi occorsi e degli sforzi che si stanno facendo per gestire questa emergenza, sono comunque ancora troppi e gravi i problemi, a distanza di diversi mesi, che non sono ancora stati indirizzati e per i quali non c’è ancora risposta; per questo vorremmo conoscere le reali intenzioni dello Stato e le relative pianificazioni degli interventi.

Si percepisce ormai tra la popolazione montana (o meglio tra quelli che non sono stati deportati sul litorale) e tra tutti i proprietari delle seconde case (tessuto economico della zona), uno sconcertante immobilismo delle istituzioni centrali che sfocia in un inevitabile senso di abbandono. In particolare:

1. Demolizioni e messa in sicurezza. Solo una piccola parte degli edifici pericolanti è stata rimossa. Lo smaltimento dei rifiuti procede con estrema lentezza, peggiorata inoltre dalle (prevedibili) condizioni avverse. A questi ritmi non è prevedibile un orizzonte temporale per l’inizio delle attività di ricostruzione.

2. Container. Non c’è ancora traccia di questi moduli. Diverse persone si ostinano a vivere in camper o dentro roulotte a -10°. Nel comune di Norcia, in Umbria, sono state quasi completate le operazioni di urbanizzazione necessarie alla loro installazione, nelle Marche invece non abbiamo alcuna idea dei tempi.

3. Ricoveri per gli animali. Alcuni allevatori hanno lanciato un grido di allarme per il rischio di morte per assideramento del bestiame. Le condizioni atmosferiche invernali della zona dovrebbero essere note a tutti.

In quattro mesi non si è stati in grado di fornire questi ricoveri.

4. Verifiche di agibilità. Ci sono richieste di verifiche di agibilità che risalgono ad agosto e per le quali non è stata fornita nemmeno una risposta sui tempi.

5. Attività produttive. Molti commercianti e piccoli agricoltori lamentano ritardi negli aiuti.

6. Ripristino viabilità. Sussistono ancora gravi situazioni di inagibilità per le quali non si ha evidenza di un piano di ripristino da parte di Anas.

L’impressione dominante è di uno stallo totale dovuto a una burocrazia eccessiva che, in questo momento, rappresenta il principale vincolo a ogni forma di ripresa. Il nostro problema non è avere date certe, ma essere certi che esiste un piano di interventi programmato, che possa aggirare una burocrazia devastante. Ne va del futuro della nostra terra e della sua precaria economia basata sul turismo.

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