lunedì 16 gennaio 2017

Li facciamo divertire


Sono queste le notizie che nobilitano la restante parte del regno animale, collocando l'uomo appena sopra i licheni. Se ipotizzassimo l'ascolto ed il controllo di altre civiltà extra terrestri sulla nostra, potremmo quasi ascoltarne le risa provenienti dal buio spaziale, lo sbellicarsi di chi, sgranando le sei paia di occhi in dotazione, non si capaciterebbe in merito alla struttura organizzativa del nostro bel pianeta blu, fondata sulla Sperequazione e su una forma perfetta, quasi sublime, non riscontrabile in nessun angolo dell'universo, di schiavitù.
L'Oxfam, antichissima società di beneficenza inglese, ci informa oggi che otto viventi posseggono ricchezze pari a quelle della metà della popolazione mondiale, 3,6 miliardi di individui e che l'1% nel 2016 ha accantonato risorse quanto il restante 99%. 
Un Sistema tanto perfetto quanto misteriosa è la mancanza di ribellione da parte chi, tra un sopruso e l'altro, galleggia tra i liquami e le sofferenze di una vita tendente all'inumano.
Si comprende che la schiavitù antica dei campi di cotone non solo non è scomparsa, ma si è evoluta. Se nel piccolo forme di disparità vengono quasi sempre combattute, ad esempio sarebbe interessante vedere la reazione degli altri se un solo studente usasse da solo la metà dei libri a disposizione, non ci si capacita sull'assuefazione collettiva di fronte a scempi ideologici di tale portata, all'ingordigia spaventosa di pochi, all'accaparramento patologico senza remore né obbiettivi intellettualmente consoni alla specie. 
A ben guardare l'attuale struttura sociale terrestre fondata sul lucro, che non solo sarebbe da abbattere, ma anche da studiare collegialmente con altre forme evolute di vita tanto violenta e soffocante appare nella sua struttura, tra quattro giorni riceverà un enorme quantità di propellente, allorquando salirà sul trono americano colui che della disuguaglianza ne ha fatto un precetto, del sopruso un motto di famiglia, della prevaricazione un comandamento. 
Non sarà certamente un bel vedere il prossimo futuro del nostro pianeta, a meno di non trovarsi ad anni luce di distanza, sguaiatamente distesi su un'amaca ipertecnologica, godendosi compiaciuti questo nostro spettacolo tragicomico, tra una bibita interstellare e popcorn, mangiati avidamente a sedici palmenti.

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