lunedì 29 dicembre 2025

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Il cinema, e molto di più: tutta la bellezza di Brigitte

L’incarnazione francese del desiderio (prestò il profilo anche alla Marianne). I film, le canzoni e gli amori: ha conquistato tutto e tutti
Il cinema, e molto di più: tutta la bellezza di Brigitte

La Francia oggi è in lutto profondo, non solo perché la Bardot era l’ultima icona di un cinema che non c’è più, di una fabbrica dei sogni in cui la Diva è più memorabile dell’attrice e la sua presenza più carismatica del regista, ma perché fu il simbolo del profondo cambiamento di una società pronta ad avviare un gigantesco processo di modernizzazione. Brigitte Bardot incarnò questa rivoluzione alla fine degli anni Cinquanta e negli anni Sessanta con la bellezza insolente del suo corpo “selvaggio, animale, libero, che esplode sullo schermo”, come scrisse il critico Jean Douchet, capace di scuotere e sconvolgere “i costumi sociali in Francia e nel mondo”. Ma non solo corpo. In lei tracimava una personalità ribelle e anticonformista, che si manifestò clamorosamente settant’anni fa, quando apparve in tutta la sua incontenibile esuberanza erotica nel film di Vadim “Et Dieu… créa la femme” (1956) girato a Saint-Tropez. Brigitte interpretava Juliette, ninfetta di Saint-Tropez disputata da due fratelli. Da noi, l’occhiuta censura democristiana si coprì di ridicolo, ritardandone l’uscita di due anni, cambiando il rapporto di parentela da fratelli a cugini e il titolo nel più pudico “Piace a troppi”. Come film, era mediocre. Ma le disinvolte avventure di Juliette avevano saputo “esprimere l’aria del tempo, i cambiamenti del costume in atto: emancipazione della donna, liberazione sessuale, rivolta giovanile contro le ipocrisie” (Morando Morandini).

Figlia dell’alta borghesia parigina, Brigitte ne detestava i canoni, inculcati nel collegio Hattemer, uno dei più chic della capitale francese. Frequentò scuole di danza e portamento, la bellezza precoce fa capolino sulla copertina di Elle: ha appena 14 anni, diventa mannequin, due anni dopo viene adocchiata da Marc Allegret, regista specializzato nella scoperta di giovani sconosciuti, solo che è l’amico Vadim, figlio di emigrati russi, a insistere per contattarla. I due si innamorano, lui le insegna i rudimenti dell’arte drammatica, lei ne approfitta per emanciparsi dalla famiglia: “Sono stata educata in modo molto borghese, molto severo. Ho frequentato una scuola cattolica. Ero sorvegliata da una governante. Sono stata controllata sino all’età di 15 anni. Non uscivo per strada mai da sola. Ho voluto reagire. Liberarmi. Cancellare questa macchia borghese che si stava diffondendo dentro di me”. A 18 anni Brigitte sposa Roger. A 22 gira “Et Dieu…”.

Con quel film era nata una stella. Ma l’eccesso di fama cominciò a pesarle, a stressarla. Non tollera essere diventata un sulfureo oggetto del desiderio. Si sente “prigioniera di me stessa, lo sono sempre stata. È il prezzo che ho dovuto pagare”. Si ritira dopo 56 film, molti dei quali dimenticabili, ed 80 canzoni. Una, gliel’aveva composta Serge Gainsbourg, in piena trance amorosa: “Je t’aime moi non plus” (1967). La loro travolgente relazione durò poco. Lui dedicò la canzone a Jane Birkin. Soltanto nel 2014 Brigitte lo perdonò, nell’ autobiografia “Initials B.B.”, che poi era il titolo di un’altra canzone di Serge, “fu la più bella dichiarazione d’amore che un uomo mi abbia mai fatto”. Mise la notorietà al servizio degli animali, un impegno a quei tempi non semplice. La sua franchezza divenne sempre più aguzza, la solitudine, invecchiando, una scelta. Ebbe un solo figlio, Nicolas-Jacques, da Jacques Charrier, “non sopportavo la gravidanza, la maternità” (Mémoires, 1996). Per lei era come fosse un “tumore”. Lasciò l’incombenza di allevare il figlio al padre.

Le pesava poi d’essere trattata come un monumento nazionale, del resto aveva prestato i suoi lineamenti per il volto per la Marianne, simbolo della Repubblica francese. Era stata Venere e venerata monarca che regnava sulla Francia, adorata dagli uomini, detestata dalle donne per la sua straripante bellezza. Era nel mirino dei bigotti perché immorale dalla testa ai piedi, “sia per quello che mostra che per quello che esprime”. Ieri soffiava forte il mistral, vento che spazza la Provenza e si è portato via Brigitte dalla Mandrague. Ma non dalla nostra memoria.


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