Ora puntano al Museo delle cere
DI MICHELE SERRA
La vicenda del Museo Egizio è seria, perché conferma che molti leghisti e meloniani interpretano il mandato di governo come una dittatura della maggioranza (la democrazia, questa sconosciuta…) e come una specie di Soluzione Finale che possa finalmente mondare la Patria da tutti i non abbastanza patrioti. Per fortuna la comicità è sempre in agguato.
“Dopo la Rai, la destra punta al controllo del Museo Egizio” sembra un titolo di Cuore. Sommario: “Anche il Museo delle Cere, la Notte della Taranta e il Brodetto Fest di Fano nelle mire del governo”. Il problema dei prepotenti è che in parte fanno spavento, in parte fanno ridere, e spesso le due cose insieme. I toni da energumeno con i quali due oscuri esponenti della destra piemontese chiedono l’epurazione del direttore Christian Greco (il cui mandato scade nel 2025) fanno spicco, ma vanno diluiti in un contesto, assai meno rumoroso e molto più subdolo, di corsa all’incarico pubblico da parte di un sacco di gente che se ne sente ingiustamente defraudata fin dalla nascita. E di conseguenza considera usurpati gli incarichi e il prestigio professionale di quelli come Greco.
Questo aspetto — che è di frustrazione e di rivalsa — è la vera benzina che alimenta il motore della prepotenza. L’idea (falsa, come tutte le idee paranoiche) che “la sinistra” abbia occupato abusivamente l’Italia fino a ieri l’altro, serve ai tanti “vorrei ma non posso” rimasti al palo per autoassolversi.
Come è evidente, il concetto di merito individuale, in tutto questo, scompare dentro la voragine della revanche politica. Presto sarà liberato dai patrioti anche il Museo delle Cere, da sempre preda dell’egemonia comunista.
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