venerdì 22 settembre 2023

Letizia travagliata

 

Torna a casa, Leti!
di Marco Travaglio
Avendo sempre posseduto parecchi cognomi e quattrini, dunque moltissimi giornalisti e pochissimi elettori, Letizia Moratti era riuscita a far credere di non essere “mai stata di centrodestra” e a spacciarsi per la candidata ideale del centrosinistra alle Regionali in Lombardia. Non appena i DeRege del Centro, Calenda e Renzi, se la accaparrarono, i giornali dei padroni fecero a gara nell’intimare al Pd di non lasciarsi sfuggire “Donna Letizia”, “The Iron Lady”, “Nostra Signora di Milano”, che era appena uscita dal centrodestra in cui non era mai entrata (era solo assessore e vicepresidente della giunta Fontana Lega-FI-FdI) perché Meloni non l’aveva fatta ministra. Tuonava contro “la destra estremista e sovranista di Meloni” (che fino a un mese prima era “molto seria, la apprezzo perché è pragmatica ed è donna”), “il centrodestra che ha tradito” e “non c’è più” perché ha espulso “l’area liberale e riformista”, “costruisce solo recinti”, “ci chiude nei muri”. Ergo non chiedeva, ma pretendeva “i voti del centrosinistra”.
Sul Corriere, Polito el Drito denunciò “le tante contraddizioni”: ma non dell’ex presidente Rai, ministra e sindaca berlusconian-muccioliana che nominò Dell’Utri direttore artistico del Lirico, devastò la Pubblica Istruzione, marciò con Borghezio contro rom e migranti, reclamò la galera per i tossici, calunniò Pisapia e tante altre belle cose; bensì “della sinistra che condanna Moratti come ‘voltagabbana’”, mentre “con la sua scelta ha molto da perdere”, insomma è “il contrario del trasformismo”. Sul Foglio, il rag. Cerasa lanciò “L’opzione Moratti per il Pd” e Salvati sentenziò: “Al Pd serve Moratti”. De Benedetti mobilitò i sottostanti Zanda (“Letizia può vincere, grande occasione, il Pd la sostenga”) e Domani (“Il Pd può usare Moratti per spaccare il centrodestra”, “Il caso Moratti mette già a rischio la maggioranza”). Ma i più arrapati erano quelli di Repubblica: Merlo spiegò che “non ci vuole Machiavelli per capire che la sinistra potrebbe trarre vantaggio dalla lacerazione della destra in Lombardia”; Cappellini si eccitò per l’“occasione così chiara” che “il Pd non può sciupare”, visto che “Moratti ha mollato la destra con motivazioni forti”; la Aspesi deplorò “i pregiudizi della sinistra” contro la compagna Letizia; e un sondaggio ad hoc accertò che “solo lei vincerebbe contro Fontana”. Lei non aveva dubbi: “Non considero l’idea di non vincere”. Infatti arrivò terza su tre, dietro Fontana e Majorino, col 9,8%. Ma la prese bene. “Mi sento a casa nel Terzo Polo”, “Punto alle Europee: con Renzi e Calenda per una rete di alleanze che andrà oltre il Terzo Polo”. Talmente oltre che ieri ha annunciato al Giornale: “Rientro al centro del centrodestra”. C’è sempre una prima volta.

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