giovedì 21 settembre 2023

Disquisizione

 

Censura “liberale”
di Marco Travaglio
Da quando, morte le ideologie, si dicono tutti “liberali”, non s’è mai vista tanta gente che passa il tempo a tappare la bocca al prossimo. Appena un tizio dice una cosa fuori dal coro, giusta o sbagliata che sia, un’orda di “liberali” si precipita a zittirlo, a invocare tribunali, authority, comitati, commissioni, sub-commissioni, task force anti-fake news, tavoli, sinedrii, a intimare che sia cacciato chi ha parlato e chi gli ha dato la parola, che chiunque passi di lì “prenda le distanze”, mentre il titolista unico estrae il prestampato multiuso: “È bufera”. Facci fa una battutaccia e gli cancellano il programmino Rai: “È bufera”. Saviano insulta premier e vicepremier e gli chiudono il programma Rai (già registrato e pagato): “È bufera”.
Le ultime bufere di questo rito stanco, noioso e autoritario sono due in un giorno solo. Gratteri dà un’intervista al Fatto per dire la sua sulle schiforme del governo? Apriti cielo. Facci, censore censurato, lo accusa di fare il “capo dell’opposizione”. E il Foglio, nota palestra del “liberalismo”, ordina al Csm di “vigilare attraverso la sua sezione disciplinare” sul procuratore che “parla contro provvedimenti del governo” (anziché a favore, come i giullari di corte e il Foglio). Intanto un programma mattutino di Radio1 condotto da Marcello Foa ospita i vaccinisti Zambon e Galli e lo psicoterapeuta antivaccinista Citro della Riva. Il quale ricorda gli effetti avversi (rari, ma troppo sottovalutati) e ripete le fregnacce sui vaccini studiati apposta per “fare del male”. Frase che il conduttore rintuzza blandamente. Riapriti cielo. Il circoletto dei politici renziani e de sinistra che credono di essere stati eletti per dettare i palinsesti invoca punizioni esemplari, seguito a ruota dai giornalisti-tutori dell’ordine costituito. Il meglio lo dà il direttore di Radio Rai Francesco Pionati, leghista di scuola demitiana: “Quelle dichiarazioni non corrispondono in alcun modo né al mio personale pensiero, né alla linea editoriale dei Gr e di Radio1”. Come se ci fosse una legge che impone di corrispondere al pensiero di Pionati (ove mai esistesse) e alla linea editoriale (quella del governo di turno). Come se il Citro – tuttora iscritto all’Ordine dei Medici, che l’aveva sospeso molto liberalmente perché non vaccinato – fosse l’unico spacciatore di bufale che entra in uno studio Rai (che, per espellerli tutti, dovrebbe sbarrare le porte al 90% dei politici e dei giornalisti). E come se i delirii dei Citro non avessero avuto ben altra audience sul web, senza impedire che si vaccinasse oltre il 90 per cento degli italiani (e sarebbero stati ancor di più se il trionfalismo Pro Vax e la censura anti-No Vax non avesse vittimizzato questi ultimi rendendoli affascinanti in certi ambienti). Se questi sono i liberali, ridateci i fascisti e i comunisti.

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