“Anche noi – ha soggiunto – dobbiamo fare nella nostra vita un lungo cammino, perché questa identità cristiana sia forte” così da poterne dare “testimonianza”. “E’ un cammino – ha ripreso – che possiamo definire dalla ambiguità alla vera identità”:
“E’ vero, c’è il peccato, e il peccato ci fa cadere, ma noi abbiamo la forza del Signore per alzarci e andare con la nostra identità. Ma io direi anche che il peccato è parte della nostra identità: siamo peccatori, ma peccatori con la fede in Gesù Cristo. E non è soltanto una fede di conoscenza, no. E’ una fede che è un dono di Dio e che è entrata in noi da Dio. E’ Dio stesso che ci conferma in Cristo. E ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo, ci ha dato la caparra, il pegno dello Spirito nei nostri cuori. E’ Dio che ci dà questo dono dell’identità”.
Fondamentale, ha aggiunto, “è essere fedele a quest’identità cristiana e lasciare che lo Spirito Santo, che è proprio la garanzia, il pegno nel nostro cuore, ci porti avanti nella vita”. Non siamo persone che vanno “dietro ad una filosofia”, ha avvertito, “siamo unti” e abbiamo la “garanzia dello Spirito”.
L’identità cristiana è concreta, non una religione soft
“E’ un’identità bella – ha detto ancora – che si fa vedere nella testimonianza. Per questo Gesù ci parla della testimonianza come il linguaggio della nostra identità cristiana”. E questo anche se l’identità cristiana, giacché “siamo peccatori, è tentata, viene tentata; le tentazioni vengono sempre” e l’identità “può indebolirsi e può perdersi”. Il Papa mette in guardia da due vie pericolose:
“Prima quella del passare dalla testimonianza alle idee, annacquare la testimonianza. ‘Eh sì, sono cristiano. Il cristianesimo è questo, una bella idea. Io prego Dio’. E così, dal Cristo concreto, perché l’identità cristiana è concreta – lo leggiamo nelle Beatitudini; questa concretezza è anche in Matteo 25: l’identità cristiana è concreta – passiamo a questa religione un po’ soft, sull’aria e sulla strada degli gnostici. Dietro c’è lo scandalo. Questa identità cristiana è scandalosa. E la tentazione è: ‘No, no, senza scandalo’”.
La mondanità fa perdere sapore alla nostra testimonianza
“La croce – ha detto – è uno scandalo” e quindi c’è chi cerca Dio “con queste spiritualità cristiane un po’ eteree”, gli “gnostici moderni”. Poi, ha avvertito, ci sono “quelli che sempre hanno bisogno di novità dell’identità cristiana” e hanno “dimenticato che sono stati scelti, unti” che “hanno la garanzia dello Spirito” e cercano: “‘Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?’ Per esempio, no? E vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama ‘Gesù’ e niente di più”. Un’altra strada per fare passi indietro nell’identità cristiana, ha aggiunto, è la mondanità:
“Allargare tanto la coscienza che lì c’entra tutto. ‘Sì, noi siamo cristiani, ma questo sì…’ Non solo moralmente, ma anche umanamente. La mondanità è umana. E così il sale perde il sapore. E vediamo comunità cristiane, anche cristiani, che si dicono cristiani, ma non possono e non sanno dare testimonianza di Gesù Cristo. E così la identità va indietro, indietro e si perde, e questo nominalismo mondano che noi vediamo tutti i giorni. Nella storia di salvezza Dio, con la sua pazienza di Padre, ci ha portato dall’ambiguità alla certezza, alla concretezza dell’incarnazione e la morte redentrice del suo Figlio. Questa è la nostra identità”.
San Paolo, ha soggiunto, si vanta di Gesù “fatto uomo e morto per obbedienza”, “questa è l’identità ed è lì la testimonianza”. E’ una grazia, ha concluso, che “dobbiamo chiedere al Signore: che sempre ci dia questo regalo, questo dono di un’identità che non cerca di adattarsi alle cose” fino “a perdere il sapore del sale”.
Ringrazio Dio per il dono di un così grande Pontefice.
Che è andato anche a chiarire che forse "Là" c'è più business che altro. Ma non voglio aggiungere altro in merito, perché attendo le decisioni della Santa Sede.
Resta concreto il riferimento all'identità che si accende solo ed esclusivamente nella Testimonianza!
E non deve essere annacquata, non deve essere sminuita da idee soft, da gnosticismo all'acqua di rose.
Non serve la ricerca spasmodica della novità, non serve a nulla. Non serve smaniare per questo o quello perché il cristiano è già stato unto, ha la sua identità che nessuno gli toglierà perché ha il Sigillo dello Spirito!
Ma allora era, è e sarà sempre così! In tempi andati, per fortuna, ci raccontavano tutt'altro con quei paraventi inossidabili, i principi non negoziabili, che nascondevano pattume mondano. Già! La mondanità! Papa Francesco anche in questo è chiaro: con la mondanità il sale perde sapore. Mi ricordo feste, ricevimenti, esclusive riunioni tra paonazzi che facevano storcere coscienze. Ma era un cattolicesimo annacquato, cribbio! Ed il sale che diventa mondano e quindi insipido fa perdere l'identità e conseguentemente lo inibisce a dare testimonianza!
Infine ripeto le parole e come detto a non commentarle:
“‘Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?’ Per esempio, no? E vivono di questo. Questa non è identità cristiana.
Dio è lodato in questo Papa!
Siamo riconoscenti per cotanta Grazia!
Grazie Santità!
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