sabato 27 settembre 2025

L'Amaca

 

Forza Venezi! Si faccia rispettare
di MICHELE SERRA
Non dev’essere facile essere Beatrice Venezi, la direttrice d’orchestra accusata (da molti orchestrali, primadi Palermo, ora di Venezia) di essere “promossa” politicamente — è di destra — a dispetto di un curriculum modesto. Al suo posto, piuttosto che ricorrere al solito risaputo ritornello (comunisti! gli orchestrali sono tutti comunisti!), prenderei di petto le contestazioni nella sola maniera possibile, e credibile: dimostrare sul campo che sono brava, anzi bravissima, e non ho alcun bisogno di appoggi politici per fare carriera.
Sono sicuro che gli orchestrali — ancorché tutti comunisti — rimarrebbero conquistati dal talento e dall’impegno; qualcuno scusandosi con Venezi per il pregiudizio, perché non sono le idee politiche a costruire l’artista: è la devozione all’arte.
Von Karajan, del resto, non fu esattamente un “antifa”, ma nessuno, a fronte del suo indiscusso magistero, osò imputargli alcunché, perché se uno è bravo è bravo, punto e basta. Allo stesso modo Leonard Bernstein, che fu una specie di padre fondatore dei radical chic, era un tale gigante che nessuno, oggi, se ne ricorda per ragioni politiche, e tutti esclusivamente per ragioni musicali.
Dunque, maestra Venezi, anzi mi scusi, maestro Venezi: non si dia per vinta, ce la metta tutta e abbatta il muro della diffidenza politica. Il tempo è galantuomo: tra un paio d’anni, al massimo, se è davvero brava lei avrà ai suoi piedi l’intera orchestra della Fenice, e gli abbonati e i palchettisti, diffidenti per sentito dire, la seppelliranno di applausi. È quanto le auguriamo, di cuore. In caso contrario non si abbatta, capita a molti di essere sopravvalutati per meriti politici. Anche a sinistra, sa, ci sono stati artisti e intellettuali che valevano pochino, e sono rimasti a galla per ragioni di scuderia. Ma la maggior parte — uso una metafora di destra, così ci capiamo — erano artisti con i controcoglioni. Ed è per questo che fioccavano gli applausi.

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