giovedì 25 settembre 2025

L'Amaca

 

Le briciole di monsieur Arnault
di MICHELE SERRA
Mentre in Italia la sola parola “patrimoniale” fa venire un mancamento anche a pezzi importanti del centrosinistra, in Francia si discute apertamente di alzare le tasse dei più ricchi. E il mancamento, come è normale che sia, è venuto all’iper-miliardario Bernard Arnault, che con grande sprezzo del ridicolo definisce «attivisti di estrema sinistra» gli economisti e gli esponenti politici favorevoli ad aumentare il prelievo dello Stato sui grandi patrimoni. È già tanto che Arnault, in linea con Trump, non li definisca terroristi, epiteto che oggigiorno, a destra, è come le noccioline. (E chissà che goduria per i terroristi veri, che possono sparire tra la folla).
È bene sapere che la torta di Arnault, nel caso venga introdotta la proposta Zucman (dal nome dell’economista che l’ha concepita), perderebbe solo poche briciole.
Zucman propone infatti di tassare del 2 per cento annuo gli asset superiori ai 100 milioni di euro. Certo non i piccoli risparmiatori, non quello che rimane del ceto medio, e nemmeno i normali benestanti sarebbero coinvolti: solo i mega patrimoni, soprattutto finanziari, che nell’ultimo mezzo secolo hanno assunto dimensioni mai viste prima soprattutto in virtù del fatto che le aliquote fiscali sulle grandi ricchezze sono state ridotte ai minimi termini.
Fatto sta che l’insieme di queste briciole, in Francia come nel resto del mondo, formerebbe una nuova torta — nuova anche politicamente, visto che il suo ingrediente principale sarebbe un’inversione di tendenza dopo decenni di illusioni sulle virtù “sociali” del liberismo — che darebbe grande sollievo alla fame delle finanze pubbliche. Un modesto sacrificio di pochi privilegiati andrebbe a vantaggio della collettività. Cos’è la destra e cos’è (o dovrebbe essere) la sinistra, almeno da questo punto di vista non è così complicato da capire.

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